Mercoledì da incubo per Piazza Affari che chiude a -4%. Da Enel a Intesa, la paura da lockdown fa vittime illustri sul Ftse Mib
Un’ondata di vendite si è abbattuta oggi su tutta Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso a ridosso dei minimi con un calo del 4,06% a 17.897 punti. A pesare sul sentiment è la rapida di diffusione del della seconda ondata Covid in Europa con le prospettive di nuovi blocchi totali in Europa. Le ultime indiscrezioni vedono al Francia pronta a un lockdown a partire da domani. Si attende oggi il discorso del presidente Emmanuel Macron che dovrebbe comunque annunciare un lockdown più flessibile rispetto a quello dei mesi primaverili. Anche la Germania potrebbe muoversi nella direzione di nuove chiusure per arginare la diffusione del virus. In Italia i dati di oggi indicano nuovi record di contagi a un soffio da quota 25 mila con oltre 200 morti. Sviluppi che alimentano i timori di una forte frenata economica in questi mesi.
Da Enel a Intesa, cadono tutte le grandi del Ftse Mib
Per l’indice guida di Piazza Affari, che ha visto deragliare quasi tutti i titoli, si tratta dei minimi a 5 mesi. Tra i titoli in maggiore difficoltà spiccano anche nomi eccellenti con Enel caduta di oltre il 6% con quotazioni tornate sotto la soglia dei 7 euro. Caduta ai nuovi minimi dal 1996 per ENI con titolo sceso fino a 5,88 euro nel giorno dei conti trimestrali, che sono stati sotto le attese, ma passati in secondo piano considerando il parallelo crollo del petrolio.
Minimi pluriennali anche per Leonardo scesa fino a 4,14 euro (minimi dal 2013) per poi chiudere a quasi -4% in area 4,25 euro.
Tra le banche Intesa Sanpaolo ha ceduto il 4,87% a 1,418 euro, avvicinando i minimi annui toccati a marzo in area 1,31 euro. In generale tutto il settore bancario europeo ha perso quota sui timori di una nuova pesante battuta d’arresto dell’economia. Oggi la tedesca Deutsche Bank ha riportato i contanti che evidenziano il ritorno in utile nel terzo trimestre.
Tra le altre banche spicca il -7,21% per Bper scivolata ai nuovi minimi storici, mentre Unicredit è arrestata del 3,98%.
Male Amplifon dopo i conti
Scivolone di -6% per Amplifon, che si posiziona tra i peggiori titoli di giornata del Ftse Mib. L’accelerazione ribassista del titolo è scattata dopo la pubblicazione dei risultati dei primi 9 mesi del 2020 e il prudente outlook per la fine dell’anno. Nel dettaglio, nel capitolo ‘evoluzione prevedibile della gestione’ Amplifon segnala che “gli attuali sviluppi della pandemia Covid-19 in molti paesi del mondo limitano la visibilità dei prossimi mesi e impongono prudenza. Guardando alla parte finale dell’anno la società a livello di ricavi sta attualmente registrando nel mese di ottobre un andamento in crescita rispetto ai livelli registrati nello stesso periodo del 2019 e l’andamento per i mesi di novembre e dicembre dipenderà dalle misure restrittive che saranno re-introdotte dalle autorità governative nei paesi impattati dalla pandemia”.
FCA si accoda a sell-off nonostante conti record 3° trimestre
Chiusura incolore anche per FCA (-3,87% a 10,568 euro) nonostante il gruppo abbia chiuso il terzo trimestre con utile operativo a livelli record. Ancora una volta è stato il Nord America a mettere le ali ai conti di FCA. Il gruppo guidato da Mike Manley ha chiuso il terzo trimestre 2020 con risultati record a livello di Gruppo e in Nord America. L’EBIT adjusted del terzo trimestre risulta di 2,3 mld di euro a livello di gruppo e 2,5 miliardi di euro in Nord America, con margini rispettivamente all’8,8% e al 13,8%. L’utile netto trimestrale è di 1,2 miliardi di euro, con utile netto adjusted a 1,5 miliardi di euro e free cash flow industriale di 6,7 miliardi di euro. I ricavi ammontano a 25,8 mld , in calo del 6% annuo. Il consensus Bloomberg indicava ebit a 1,26 miliardi, ricavi a 25 mld e utile netto a 567 mln dai -179 mln del 3° trimestre 2019 che aveva risentito dei costi di ristrutturazione di 1,4 mld.
FCA ha reintrodotto la guidance per l’intero esercizio 2020. Il colosso auto italo-statunitense, prossimo alla fusione con i francesi di PSA, indica un EBIT adjusted tra 3 e 3,5 miliardi di euro. La stima di ebit adj al massimo del range risulta più del doppio consensus. FCA aveva ritirato le previsioni a marzo a causa dell’impatto allora incerto del coronavirus. Il Free cash flow industriale è atteso tra €(1,0) e €0.0 miliardi di euro. “Questa guidance assume che non vi siano ulteriori significative interruzioni a causa del Covid-19”, rimarca FCA in una nota.