Mercato auto ancora debole in Europa. Fca sottoperforma, in controtendenza in Germania (+18,2%)
Risveglio all’insegna della debolezza per Fca a Piazza Affari, dopo la pubblicazione dei dati sulle immatricolazioni in Europa. In un mercato dell’auto che resta debole, registrando l’ottavo calo mensile consecutivo (-0,5% ad aprile, con 1.344.863 di vetture immatricolate nell’Ue+Efta), anche il gruppo guidato da Mike Manley non riesce a imboccare la strada dei rialzi. Il titolo del gruppo italo-americano dell’auto cede quasi l’1% a 13,14 euro (+3,5% il saldo da inizio anno). In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Fca indica un target price di 16,18 euro, con potenziale upside del 23% circa.
I numeri di Fca in Europa. Vendite Germania in controtendenza, salgono del 18,2%
Per Fca il mese di aprile si è chiuso con poco meno di 88.800 vetture immatricolate in Ue+Efta, registrando una contrazione del 3% rispetto al -0,5% del mercato. Nel mese la quota di mercato è scesa dal 6,8% al 6,6%, ma in aumento rispetto al 6% di marzo 2019. E sono quasi 348.700 le immatricolazioni nel primo quadrimestre dell’anno (-8,8% a/a), con una quota al 6,3% dal precedente 6,8 per cento. Da segnalare i dati in Germania, dove le vendite di Fca sono aumentate del 18,2%, in controtendenza rispetto al mercato, che cala dell’1,1%.
Guardando ai singoli brand, segno meno di Jeep che ha archiviato il mese di aprile a -5,3%, mentre Lancia ha messo a segno una crescita a doppia cifra (+30%). Per Jeep indicazioni migliori arrivano dal saldo dei primi quattro mesi, con le vendite europee che sono aumentate del 7,1% rispetto al 2018. Nello stesso periodo si sono registrati progressi per numerosi modelli: Wrangler (+88,2%), Cherokee (+24,85%), Renegade (+6,95%) e Compass (+3,7%). A inizio maggio erano arrivati i numeri di Fca in Italia.
Economia e diesel pesano sulle vendite in Europa
Il mercato dell’auto in Europa resta ancora debole, rispecchiando la fase di congiuntura fiacca che sta interessando l’area. Insomma, se da un lato la domanda di sostituzione spinge, dall’altra l’economia e il diesel frenano. “Le preoccupazioni per il quadro economico – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – incidono infatti negativamente sulla propensione all’acquisto di nuove auto penalizzate anche dalla demonizzazione del diesel, che crea incertezza nei potenziali acquirenti. In aprile in diversi mercati importanti dell’area il calo della richiesta di auto diesel è in lieve rallentamento, ma resta consistente e va a beneficio soprattutto delle auto a benzina. Vantaggi molto limitati traggono invece le soluzioni verdi le cui quote di mercato sono soltanto lievemente in crescita. Vengono quindi, almeno per il momento, deluse le attese delle autorità di governo nazionali e locali che hanno decretato l’ostracismo al diesel”.
Le prospettive, secondo Csp
Considerando le prospettive dell’economia e il persistente effetto negativo sulle vendite della demonizzazione del diesel, secondo il Centro Studi Promotor, si può prevedere che nell’intero 2019 le immatricolazioni nell’area Ue+Efta potrebbero attestarsi a 15.200.000, che è un livello inferiore del 5% al massimo toccato nel 2007 a quota 16 milioni di vetture vendute.