Mercati rallentano la corsa su possibile allontanamento dalla firma dell’accordo Usa-Cina
Nella scorsa settimana il nervosismo riguardo la mancanza di progressi sul fronte commerciale ha portato a qualche timida presa di beneficio sui mercati azionari mondiali. Gli operatori restano alla finestra in attesa di capire se Stati Uniti e Cina riusciranno a raggiungere un accordo sulla “Phase One” entro la fine dell’anno. I negoziati tra le due super potenze si troverebbero in una fase delicata, con il rischio di una rottura delle trattative, anche se ci sono progressi in alcune aree chiave. Le relazioni Usa-Cina sono state complicate anche dal passaggio da parte del Congresso americano di una proposta di legge a tutela dei diritti civili di Hong Kong, dunque a favore dunque dei manifestanti pro-democrazia. Intanto, le indiscrezioni riportano che il vicepremier cinese Lui He ha invitato il rappresentante al Commercio Usa Robert Lighthizer e il segretario al Tesoto Usa Steven Mnuchin a Pechino, chiedendo ulteriori negoziati. I funzionari Usa si sarebbero dimostrati disponibili all’incontro, anche se non sarebbe stata fissata alcuna data. Inoltre, sono giunte le parole di distensione del Presidente cinese Xi Jinping che ha confermato di voler lavorare nella direzione di un accordo, pur non avendo paura di contrattaccare se necessario.
Guerra commerciale a parte, mercoledì scorso la FED ha reso pubblici i verbali relativi alla riunione del 30 ottobre, dai quali emerge chiaramente che la maggior parte dei membri del FOMC ritengono appropriato l’attuale livello dei tassi. E, anzi, alcuni hanno detto che la FED dovrebbe comunicare con ancora maggior forza che un altro taglio è molto improbabile senza segnali di un “significativo rallentamento”. Il giorno seguente, sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione BCE presieduta da Draghi, dai quali è emersa una maggiore compattezza all’interno del board, unanime nel ritenere che la politica monetaria debba rimanere fortemente espansiva per un periodo di tempo piuttosto lungo. Nel suo discorso di venerdì a Francoforte, il nuovo presidente della BCE Christine Lagarde ha richiamato la necessità di un nuovo mix di politiche (monetaria e fiscale).
In questo contesto, i trader hanno prediletto l’utilizzo di certificati di investimento su panieri di azioni e singoli titoli. Il più scambiato nell’ultima settimana con 52 contratti e quasi 773 mila euro di controvalore è risultato il Maxi Cash Collect (Isin NL0014034266) sul paniere di azioni formato da Banco BPM, STM, ArcelorMittal e Intesa Sanpaolo con scadenza fissata il 7 novembre 2022. Il prodotto ha un prezzo di emissione di 100 euro e consente di ottenere un maxi premio del 10% alla fine del sesto mese di vita e un premio con effetto memoria dell’1% nelle successive date di valutazione trimestrali anche nel caso in cui le azioni che compongono il paniere abbiano perso terreno, ma la quotazione dell’azione peggiore sia pari o superiore al livello barriera (fissata al 40%).
Sempre in tema certificati di investimento è stato molto apprezzato dai trader il Maxi Cash Collect (Isin NL0014034282) con sottostanti ArcelorMittal, Nokia, STM e Tenaris con scadenza fissata il 7 novembre 2022. Il prodotto, che ha raccolto 702 mila euro con 92 contratti, ha un prezzo di emissione di 100 euro e consente di ottenere un maxi premio del 18,5% alla fine del sesto mese di vita e un premio con effetto memoria dell’1,5% nelle successive date di valutazione trimestrali. In questo caso la barriera è fissata al 60%.
È stato molto scambiato anche Maxi Cash Collect (Isin NL0014034274) sul paniere con Nokia, UniCredit, Tenaris e Bayer (scadenza 7 novembre 2022). Il prodotto ha un prezzo di emissione di 100 euro e consente di ottenere un maxi premio del 14% alla fine del sesto mese di vita e un premio con effetto memoria dell’1,25% nelle successive date di valutazione trimestrali (livello barriera al 50%). Ammonta a circa 540 mila euro il controvalore scambiato su questo prodotto, per un totale di 79 contratti.
Infine, molto apprezzati i certificati a leva sul mercato italiano. Tra i più scambiati troviamo il Turbo Long (Isin NL0014032963) legato al Ftse Mib con 239 contratti e circa 630 mila euro di controvalore. Il prodotto, con scadenza 20 dicembre 2019, ha un livello di Strike a 22.750 punti e di conseguenza negli ultimi giorni ha visto la leva posizionarsi intono alle 33,3 volte. La distanza dal Knock Out è di circa il 2,4%.