Mercati giù dopo terremoto Giappone. Dati cinesi confermano rallentamento del Dragone
Risveglio ancora sotto il segno delle vendite per i mercati europei che guardano con apprensione alle notizie in arrivo dal Giappone colpito oggi da un forte terremoto. In particolare l’indice Stoxx 600 Europe, con i cali di inizio seduta, si è riportato sui livelli di inizio anno, in calo di oltre il 5% rispetto ai massimi annui toccati il 18 febbraio. Wall Street ieri ha archiviato la giornata nei pressi dei minimi di giornata (-1,89% lo S&P 500) complice soprattutto la debole tornata di dati macro. A gennaio la bilancia commerciale statunitense ha registrato un deficit superiore alle attese di 46,3 mld di dollari. Sono tornate a salire le richieste di sussidi di disoccupazione a 397mila unità dalle 371 mila della settimana precedente.
Oggi le vendite hanno caratterizzato anche la Borsa di Tokyo (-1,72% l’indice Nikkei) che ha pagato anche le due nuove scosse di terremoto, la prima di magnitudo 8,9, nel Giappone nord-orientale. Inoltre uno tsunami di 10 metri ha colpito il porto di Sendai con il primo bilancio che parla di una vittima nella prefettura di Fukushima.
La consueta tornata di dati macro di febbraio arrivata oggi dalla Cina ha confermato le tensioni inflattive e il rallentamento economico in atto. L’indice dei prezzi al consumo si è mantenuto al 4,9% a/a a febbraio, sopra il 4,8% atteso dal mercato. Tensioni sui prezzi confermate anche dal dato sull’indice dei prezzi alla produzione, salito del 7,2% a/a rispetto al +7% atteso. Si tratta del livello più alto dal settembre 2008. “I dati cinesi di oggi hanno confermato che l’inflazione rimane un problema – rimarca Michael Hewson, analista di CMC Markets – anche se c’è qualche evidenza che può essersi stabilizzata”.
Deludenti le indicazioni arrivate dalle vendite al dettaglio, salite decisamente meno rispetto alle attese del mercato. A livello annuo il progresso è stato dell’11,6% a febbraio. Il consensus era per un progresso del 19%. Nei primi 2 mesi del 2011 le vendite al dettaglio risultano in ascesa del 15,8% (+19% era il consensus). Bene invece la produzione industriale con un progresso del 14,9% a livello annuo. Dato oltre le attese che erano ferme a +13%. Nei primi 2 mesi dell’anno la produzione industriale risulta in ascesa del 14,1% (+13,3% era il consensus).
Dopo i primi minuti di contrattazioni l’indice Ftse Mib cede lo 0,54% a 21.965 punti. In coda Stm (-1,64%) e Generali (-1,41%) con quest’ultima che paga la debolezza del settore assicurativo europeo (-2,20% lo Stoxx 600 Insurance) in scia al forte terremoto che ha colpito il Giappone.