Notizie Notizie Mondo Mercati finanziari 2013: tre motivi tattici per comprare equity (analisti)

Mercati finanziari 2013: tre motivi tattici per comprare equity (analisti)

1 Novembre 2012 15:13

Riceviamo e pubblichiamo il market outlook 2013 di Ian Richards, responsabile dell’equity strategy team di Exane Bnp Paribas.

Sebbene l’economia mondiale debba ancora far fronte a numerose sfide, gli annunci politici che si sono susseguiti dall’estate hanno ridotto il rischio di break-up della zona Euro con conseguente calo del premio per il rischio. In questo contesto, le prospettive dei mercati azionari per il 2013 sono le seguenti:

Ancora upside all’orizzonte: i 3 motivi tattici per comprare equity. Il 2012 é stato un anno importante per l’Europa: per la prima volta, dal 2006, il mercato azionario del Vecchio Continente ha battuto gli indici mondiali. E non ci sono motivi che potrebbero frenare tale trend nel 2013. Pur essendo in un contesto che si caratterizza a livello mondiale per una crescita bassa, non riteniamo, infatti, che quest’ultima possa impedire un rialzo del mercato azionario. Stimiamo, dunque, un upside del 13% dell’MSCI Europe a fine 2013, pari a un re-rating di 11x sugli earnings forward. Allo stadio attuale, ci sono ben tre motivi che indicano che la coppia rischio/rendimento sia orientata al rialzo nel 2013. E se già uno solo di essi avrebbe una valenza positiva, il loro verificarsi congiunto costituisce un supporto significativo ai mercati. Tali driver sono:
 
1.basso peso dell’equity nell’allocazione di portafoglio: secondo gli strategist di Wall Street, l’allocazione media raccomandata negli ultimi 10 anni é del 62%, mentre attualmente si attesta al 43%. Un livello ben inferiore! In portafoglio é, in particolare aumentato il peso di cash e bond;
2.portafogli protetti: il basso livello della volatilità implicita indica che gli investitori non stanno prezzando i rischi in modo corretto;
3.attuale posizione delle banche centrali: i mercati stanno beneficiando della liquidità immessa nel mercato dalle banche centrali, che stanno, in tal modo, limitando i rischi. Al riguardo é interessante evidenziare che un periodo di inattività della Fed, ad esempio tra metà 2010 e metà 2011, é coinciso con una debolezza del mercato equity e un rialzo della volatilità

PIL: la qualità batte la quantità: Attualmente il mercato teme che la debole crescita possa rappresentare un vincolo per l’andamento dei mercati. Ma in realtà non é così. Diverso, invece, il caso di crescita negativa. E per tal motivo é essenziale evitare di finire in un ciclo recessivo. Se il 2012 é stato essenzialmente guidato dal newsflows politico, il 2013 si annuncia più sensibile a come l’economia reale risponderà a supporti/iniziative politiche. La nostra view interna nonché il consensus di mercato sulla crescita per il 2013, rispettivamente pari a 3,4% e 3,8%, sono incoraggianti stimando una crescita maggiore rispetto all’anno che sta per concludersi. Ma i mercati azionari non sono necessariamente legati al ritmo di crescita quanto piuttosto alla sua composizione. In tale ottica, una crescita supportata da un maggior peso di investimenti e commercio appare, dunque, più favorevole all’equity rispetto ad una crescita sostenuta da spesa pubblica a prescindere dal livello di crescita raggiunto. Va, inoltre, evidenziato che attualmente, come indica il basso livello di inflazione, l’implementazione di politiche espansive e il graduale miglioramento delle prospettive economiche, ci troviamo all’inizio di un ciclo di crescita. Una fase che, in genere, ha sostenuto il mercato azionario. Senza dimenticare che, tenuto conto del livello di valorizzazione attuale, i mercati possono, inoltre beneficiare di un’ulteriore espansione dato che i rischi estremi sono in calo e che i bassi tassi d’interesse potrebbero ridurre il costo dell’equity.

Valorizzazione del mercato equity: quali prospettive? Il mercato azionario potrebbe essere sostenuto dal compromesso politico sul consolidamento fiscale americano e dalle scelte politiche degli ultimi mesi che, attraverso uno shock di fiducia positivo, stanno favorendo la crescita. Crescita che dovrebbe, in particolare, registrarsi in Europa nei primi due trimestri del 2013, in antitesi, dunque, alla contrazione registrata nel 2012. Gli investitori sono, quindi, incentivati ad assumere rischi. Soprattutto se si tiene conto del livello di valorizzazione che appare particolarmente basso, come é logico attendersi in caso di elevato premio per il rischio. Inoltre, la valorizzazione, in termini di possibile stima dei rendimenti futuri in funzione del livello di scambio, rimane il parametro chiave per scegliere di esporsi all’equity. E l’attuale livello del parametro non puo’ che avere una valenza positiva.

L’Europa dovrebbe sovra-performare gli USA Il 2013 potrebbe essere finalmente l’anno in cui il processo di asset allocation sarà a favore dell’equity. E tra le due sponde dell’Atlantico, privilegiamo l’Europa che dovrebbe registrare maggiori flussi. La sovra-performance del Vecchio Continente, iniziata già da qualche mese da quando cioé i responsabili politici dell’area hanno iniziato ad imbastire una rete di sicurezza, dovrebbe continuare nel 2013. Un’analisi del mercato americano ed europeo, rivisti in funzione delle differenze di composizione, porta ad affermare che, in termini di earnings sul 2012, le due aree presentano uno stesso livello di valorizzazione. Ma attualmente si stima una maggiore ripresa degli earnings dei settori europei, in particolare quello finanziario, piuttosto che di quelli americani che é vicino a segni di maturità. Inoltre, i mercati europei sono un “value play”, tema d’investimento centrale nell’attuale contesto di mercato.