Mercati emergenti, E’ il momento di puntare sul debito sovrano in valuta locale
Negli ultimi anni i titoli obbligazionari e le valute dei mercati
emergenti hanno subito una triplice influenza costituita da pressioni
inflazionistiche, incertezza politica e crescita economica debole. Quest’anno
però abbiamo assistito a un deciso miglioramento nei fondamentali economici dei
Paesi emergenti. La Oxford Economics, per esempio, prevede che il Pil dei
mercati emergenti crescerà nel 2016 del 2% in più rispetto ai Paesi sviluppati.
Secondo Russell Investments questo elemento dovrebbe avviare un periodo
prolungato di performance migliori per le valute e le obbligazioni sovrane degli
emerging market. “Riteniamo che l’asset class che beneficerà di più
dell’inversione di rotta sarà il debito emergente in valuta locale (EMD), come
il real brasiliano, il peso messicano, il rublo russo e la lira turca“, afferma
Luca Gianelle, Client portfolio manager di Russell Investments.
Ciclo, valore e sentiment
Secondo Gianelle sono tre i parametri – ovvero Ciclo, Valore e Sentiment (CVS) – da analizzare per una buona valutazione del debito emergente in valuta
locale nonostante alcuni Paesi (come la Turchia) offrano un quadro di insieme
poco rassicurante. “Rispetto al Valore i nostri indicatori suggeriscono che
l’EMD in valuta locale ha un prezzo interessante rispetto ai dati storici
dovuto principalmente alle valute di questi Paesi“, spiega Gianelle. Che
aggiunge: “Crediamo che le divise degli emergenti siano scese a sufficienza e
siano ora sottovalutate: a fine giugno i tassi di cambio
(corretti per l’inflazione) delle maggiori economie emergenti come Messico e
Sudafrica erano ben al di sotto delle loro medie a dieci anni. Considerando un
orizzonte temporale di 3-5 anni, credo che queste valute possano rimanere
stabili o rafforzarsi contro il dollaro Usa“.
Inflazione in frenata
Per quanto riguarda il Ciclo, nonostante persista una
debolezza strutturale di lungo termine nella maggior parte di questi mercati, i
recenti indicatori economici appaiono molto incoraggianti e mostrano dinamiche
di crescita migliori nella seconda metà del 2016. Per esempio, il tasso di
inflazione annua in Brasile è sceso dal 10,7% di gennaio 2016 all’8,7% di
giugno; mentre in Russia l’inflazione è calata dal 15,7% di settembre 2015 al
7,2% di luglio 2016. “Questo fattore è certamente positivo per le valute e per
la crescita economica, perché permette alle Banche centrali di tagliare i tassi
– spiega Gianelle – Siamo ottimisti anche se consapevoli dei rischi derivanti
da un prolungato rallentamento in Cina o da un potenziale aumento dei tassi da
parte della Fed”.
La scelta del momentum
Infine il Sentiment, secondo Russell, starebbe
virando in territorio positivo per questa asset class. Come spiega il gestore,
il JP Morgan Emerging Market Government Bond (GBI-EM) Global Diversifie Index,
un indice comunemente usato per misurare la performance del debito emergente in
valuta locale, è salito del 18% da inizio anno (dato al 16 agosto 2016) dopo
essere sceso significativamente nei precedenti 18 mesi. “Nonostante potenziali
battute d’arresto, il quadro di lungo periodo per le valute e il debito in
valuta locale dei mercati emergenti è positivo; e – rispetto alle obbligazioni
dei Paesi sviluppati – il potenziale profilo rischio/rendimento è ora più interessante”, dice Gianelle. Che conclude: “Va
detto anche che entrare con il giusto timing in questa categoria di prodotto è una
variabile rilevante, ma difficile da valutare”.