Mercati: dove puntare? Stati Uniti meglio dell’Europa (analisti)

L’incertezza legata alla Brexit e i rischi per i prossimi appuntamenti politici (non solo in Italia) potrebbero pesare sull’economia del Vecchio continente. Meglio quindi tenersi alla larga e puntare sul mercato degli Stati Uniti. E’ il suggerimento che arriva da Patrick Moonen, principal strategist multi-asset a NN Investment Partners. L’analista spiega di seguito perché il mercato degli Stati Uniti è meglio dell’Europa e individua quali settori potrebbero sovraperformare.

Anche il settore finanziario, il maggiore in termini di capitalizzazione di mercato, subisce l’effetto di tassi d’interesse bassi o negativi e persino i timori relativi al settore bancario italiano peseranno sul sentiment degli investitori. Inoltre, i dati macro statunitensi si stanno rivelando più solidi delle attese rispetto ai dati relativi al Vecchio Continente. Un’agenda politica pesante con le elezioni in molti Paesi europei e la Brexit terranno quindi gli investitori ai margini rispetto all’Europa.
Negli Stati Uniti, a nostro avviso, in un contesto di crescita degli utili, i cosiddetti settori value performeranno in maniera positiva. Tra questi consideriamo quelli legati ai beni di consumo ciclici, gli industriali, l’Information Technology e, qualora dovesse esserci un rialzo dei tassi, anche i finanziari. Siamo meno ottimisti, invece, sui settori legati ai beni di prima necessità, sull’healthcare e sui cosiddetti “bond-proxies”. Questi sono segmenti relativamente costosi che hanno performato molto bene nel corso degli ultimi 18 mesi.
Siamo ancora all’inizio ma i segnali sono incoraggianti. Ci aspettiamo che il trend positivo degli utili accelererà durante il resto dell’anno. La ragione è spiegata da due fattori. Innanzitutto, sugli utili delle società attive nel settore dell’energia o in comparti ad essa correlati c’è un minor impatto derivante dal prezzo debole del petrolio. In secondo luogo, il dollaro non si è apprezzato ulteriormente il che è di supporto per le società esportatrici. Infine, un altro elemento a favore di questa tesi è che lo slancio alla crescita nei Mercati Emergenti è migliorato e ciò potrebbe essere d’aiuto anche per gli utili provenienti da quest’area.