Notizie Notizie Italia Meno Orsi in Borsa, ma restano incertezze sui bancari

Meno Orsi in Borsa, ma restano incertezze sui bancari

21 Settembre 2007 09:42

La statistica viene in soccorso degli investitori. Dal 1984 a oggi nel 100% dei casi le Borse dopo un mese dal taglio dei tassi d’interesse della Federal Reserve si sono ritrovate più in alto rispetto al punto di partenza. Solo nel 2001, dopo un anno le valutazioni non avevano ancora recuperato il gap.


Forse anche confidando che le evidenze passate possano ripetersi, sul mercato sembrano essere spariti i pessimisti: “Con l’S&P/500 vicino ai record storici e con elevati acquisti da parte degli insider – scrivevano ad esempio ieri dal Credit Suisse – riteniamo sia sbagliato procedere a delle vendite tattiche”.


 


Un punto su cui però si osserva ancora una certa incertezza riguarda i titoli finanziari. Il commento di un analista contattato da Finanza.com ad esempio parla di ricoperture giustificate sui bancari dopo il taglio della Fed, ma anche della necessità di una maggiore cautela sulle banche europee. “Il rally delle banche è avvenuto perchè gli investitori si attendono che anche la Bce possa tagliare il costo del denaro”, ma non essendoci certezza su questo punto “nel frattempo il repricing degli asset del credito impatterà negativamente sui titoli finanziari”.


 


Il giudizio finale dell’analista sulle banche europee è dunque di vendere dopo il rally dei giorni scorsi le banche d’investimento e le banche esposte sull’interbancario e di mantenere le posizioni su quelle maggiormente esposte a equity derivatives e private banking.


 


E che la maretta, nonostante le trimestrali delle investment bank americane si siano chiuse con un sostanziale pareggio, non sia ancora passata lo conferma anche il fatto che ancora ieri il Credit Suisse consigliava di puntare su quelle banche i cui clienti sono sotto indebitati e che hanno un rapporto tra prestiti e depositi inferiore al 95%, citando tra queste Intesa-Sanpaolo, Nbg, Kbc e Deutsche Postbank.


 


Il nome di Intesa ricorreva anche in uno studio datato 17 settembre di Jp Morgan, assieme a quello di Unicredit e Banco Popolare, tra i titoli da sovrappesare nel settore bancario europeo. Secondo il rapporto della banca d’affari il panorama del credito europeo si presenterebbe variegato, con ai due opposti dello spettro i casi di Germania e Italia. Per Jp Morgan infatti mentre le banche tedesche “consumano liquidità”, quelle del Belpaese “stanno sedute sulla liquidità”. Le banche tedesche, stando agli stessi analisti, potrebbero avere una pressione del 5-10% sugli utili del 2008, mentre per gli istituti italiani i rischi sui profitti sarebbero minimi.