Mediobanca-Banca Generali, Nagel vola a Roma per spiegare l’Ops. Fari accesi anche su cda del Leone

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Nello stesso giorno in cui il cda di Generali si riunirà, andando ad esaminare tra l’altro l’Ops lanciata da Mediobanca su Banca Generali (pagata con la quota del 13,1% detenuta nel Leone di Trieste), il ceo di piazzetta Cuccia Alberto Nagel vola a Roma per illustrare al governo l’operazione che punta a creare un leader nelle gestioni patrimoniali da 210 miliardi di asset.
Nagel vola a Roma
Nagel incontrerà oggi Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni e che negli ultimi mesi ha passato al vaglio tutte le altre principali operazioni di M&A bancario. Un’operazione ‘non difensiva, ma offensiva’, ha detto Nagel settimana scorsa e che ha trovato l’approvazione anche di soci importanti di Mediobanca come Banca Mediolanum. “Bella operazione”, ha detto nei giorni scorsi Massimo Doris.
Il banchiere dopo il passaggio a Roma intende illustrare l’operazione a tutti gli stakeholder, azionisti, istituzioni, dipendenti provando a creare consenso intorno all’operazione. Appare probabile che incontri ad hoc ci saranno quindi anche con Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, soci forti di piazzetta Cuccia rispettivamente con il 19,7% e il 6,8% e che alo stesso tempo risultano azionisti di Mps (che a gennaio ha lanciato un’ops su Mediobanca). Da entrambi sembra esserci un’apertura a valutare l’operazione con Francesco Milleri, ceo di EssilorLuxottica e numero uno anche di Delfin, che ha chiarito come l’’offerta su Banca Generali non sembra un ostacolo al piano industriale di Mps. “L’ad Luigi Lovaglio ha illustrato un piano in cui la partecipazione di Mediobanca in Generali era quasi un elemento estraneo o di disturbo – ha spiegato Milleri – Oggi avrebbe la possibilità di acquisire un’azienda più omogenea e strutturata che va dalla banca retail al credito al consumo con un leader nel risparmio gestito. Dal suo punto di vista è solo che positiva”.
Trieste fa una prima valutazione dell’Ops Mediobanca su Banca Generali
Come detto, in attesa dell’assemblea dei soci di Mediobanca in agenda il 16 giugno per dare il via libera all’Ops su Banca Generali, oggi ci sarà il cda di Generali, che controlla oltre il 50% di Banca Generali. Board fresco di nomina e che vede ben 10 membri, tra cui presidente (Andrea Sironi) e ad (Philippe Donnet) espressione della lista Mediobanca. Difficilmente già oggi uscirà un’indicazione precisa sull’operazione Mediobanca-Banca Generali e non è escluso che alcuni azionisti della compagnia triestina chiedano un passaggio assembleare anche per il Leone in modo da esprimersi sulla cessione di Banca Generali.
Intanto il titolo del Leone di Trieste veleggia sui massimi dal 2001 in area 34 euro, con un rally di quasi +25% da inizio 202 e capitalizzazione sopra i 50 miliardi di euro.
Analisti promuovono la mossa di Nagel
Equita sim, advisor di Mediobanca nell’operazione, vede una forte logica industriale nell’operazione che, se andrà in porto, farà nascere un campione italiano del Wealth Management focalizzato su clientela Private/HNWI. “L’operazione accelera la crescita nel wealth management, rafforza il focus sulla clientela HNWI e genera sinergie chiare e concrete”, dice la sim milanese che stima sinergie a regime, sia accretive a livello di cash-EPS di oltre +20%, con un utile di 1,5 mld, un ROTE sopra il 20%, mantenendo una remunerazione agli azionisti invariata (yield 22% nei prossimi 18 mesi) e un CET1 ratio solido, intorno al 14%.
A seguito dell’operazione, oltre il 50% dell’utile netto di Mediobanca sarà generato dal wealth management, sbloccando un potenziale di re-rating significativo (P/E adj post-deal pari a 9,2 volte, rispetto alla media del settore del risparmio gestito italiano in area 12,5x e ai 17,6x di Fineco).
“Stimiamo una creazione di valore a doppia cifra già nella fase iniziale, con spazio per un ulteriore re-rating nel tempo. L’operazione è vantaggiosa per tutti gli stakeholder e rappresenta un’alternativa solida, credibile e strategicamente più coerente rispetto alla proposta di Mps”, aggiunge Equita che ha alzato il target price su Mediobanca da 19,5 a 22 euro confermando buy. Sull’Ops di Mps su Mediobanca gli analisti rimarcano che “comporterebbe rischi maggiori di esecuzione, ovvero un’ulteriore erosione di capitale ed elevati costi di mancate sinergie”.