Manovra: nuovo numero magico deficit al 2,04%. Così premier Conte spera di scongiurare procedura infrazione
Il numero ‘magico’ del deficit, con cui il premier Conte spera di convincere Bruxelles a rimettere nella fondina l’arma della procedura di infrazione, è finalmente arrivato. Lo ha reso noto lo stesso premier, dopo aver incontrato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nella giornata di ieri.
Il numero magico è il 2,04%: a tanto il governo M5S-Lega sarebbe disposto ad arrivare, da quel target inizialmente inciso sul NaDef, pari al 2,4%, che era stato difeso strenuamente fino a qualche settimana fa, come base da cui partire per la realizzazione dei sogni proposti agli italiani con il contratto di governo.
E’ questa, insomma, la proposta di correzione della manovra che Roma ha presentato all’Ue. Che, al momento, risponde riconoscendo “buoni progressi”.
Nei giorni scorsi, le indiscrezioni sul nuovo numero del deficit si erano sprecate. Veniva messo in evidenza come Juncker & Co pretendessero dall’Italia una riduzione del target sul deficit ad almeno l’1,95%, a fronte di un 2,2% che, era stato detto, era considerato soglia intoccabile dai due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Il guardiano dei conti Giovanni Tria aveva proposto un livello del 2%, e ieri si parlava di come il premier Conte si fosse avvicinato più alle posizioni del ministro dell’economia, che a quelle dei vicepremier, orientandosi verso un taglio del deficit al range compreso tra il 2,05% e il 2,08%.
Alla fine la proposta è arrivata, ed è stata accolta positivamente, così sembra.
Il premier Conte ha contestualmente rassicurato gli italiani sul fatto che quota 100 e reddito di cittadinanza, le due misure cruciali contenute nel contratto di governo, sono salve.
Interpellato dai giornalisti al termine di una cena nel ristorante romano ‘Arancio d’oro’ con Di Maio e Salvini, Conte si è detto anche fiducioso di portare (la manovra) all’approvazione definitiva “prima di Natale”, precisando che “nei prossimi giorni” arriverà il pacchetto di emendamenti del governo. Alla domanda se oggi chiuderà la trattativa su un taglio del deficit al 2,04%, il presidente del Consiglio non si è sbilanciato però più di tanto.
“Vediamo…”, ha detto.
In questo contesto, l’insoddisfazione dei due vicepremier su quel numero magico abbassato così tanto, sembra evidente. L’agenzia Askanews riporta che “Di Maio si allontana senza rispondere alle domande dei cronisti. Salvini, con felpa e cappellino della Protezione civile, si limita a dire che “parla il presidente del Consiglio”, prima di allontanarsi frettolosamente. Tanto che quando Conte, fatte poche decine di metri, chiede “dov’è Matteo?”, per salutarlo, gli rispondono che “è andato avanti”.
Il quotidiano La Repubblica fa il punto della situazione, con un pezzo di Giannini dal titolo “Bandiera bianca”.
“A Bruxelles il premier Conte firma un armistizio diplomatico che sa già di resa politica. L’Avvocato del Popolo la condisce di retorica patriottarda: «Non tradiamo la fiducia degli italiani», «non rinunciamo a nulla». Ma se ora il governo offre alla Ue un deficit ridotto al 2,04%, sempre di resa si tratta. Appena un mese fa, alla Commissione che chiedeva di non superare il tetto del 2, il capitano leghista urlava «me ne frego», e il comandante grillino gridava «se andiamo in Europa con l’idea di cambiare il 2,4% di deficit gli squali sentono il sangue ci azzannano». Nell’articolo si parla anche della “mano di Mattarella dietro la svolta”, ipotesi ripresa anche da Il Sole 24 Ore, che fa riferimento al “pressing di Mattarella per evitare la procedura Ue”.
Il quotidiano di Confindustria riporta che “prima di volare a Bruxelles con il ministro Tria, Conte è salito al Colle dove Mattarella ha ribadito la necessità di evitare la procedura di infrazione “che rischia di creare problemi pesanti all’economia”.