Manovra: entra nel vivo la partita delle modifiche, il borsino di chi sale e chi scende
La manovra di Ferragosto è un cantiere aperto ma il tempo stringe in vista del prossimo 5 settembre, quando la commissione Bilancio del Senato dovrà riferire sul decreto nell’aula di palazzo Madama. Il braccio di ferro tra le varie anime della maggioranza sulle modifiche da apportare alla manovra entra quindi nel vivo. Con un paletto ben preciso: il saldo finale deve rimanere 45,5 miliardi di euro. Tra voci, indiscrezioni, proposte e controproposte il borsino delle modifiche si aggiorna quotidianamente.
Iva. Prende sempre più piede l’idea di un aumento dell’1-1,5% dell’Iva “ordinaria” (oggi al 20%), lasciando però invariata al 10% l’Iva “ridotta” e quella “minima” al 4%, quest’ultima applicata sugli alimentari e sulle abitazioni prima casa. Nei giorni scorsi erano circolato i calcoli riguardo all’incremento di 1 punto sia dell’Iva ordinaria sia di quella ridotta, che porterebbe nelle casse dello Stato circa 8-9 miliardi di euro.
Contributo di solidarietà. L’aumento dell’Iva viaggia di pari passo con le possibili modifiche al contributo di solidarietà imposto alle fasce medio-alte. Nel decreto varato lo scorso 12 agosto dal Consiglio dei Ministri è presente un contributo di solidarietà (3,8 miliardi di euro gli effetti calcolati nel prossimo triennio) a carico dei redditi medio-alti. Per quanto riguarda i dipendenti privati, stando al testo originario, scatterebbe un prelievo del 5% sugli stipendi sopra i 90 mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150 mila euro (come applicato dalla manovra 2010 per i dipendenti pubblici). Il borsino di oggi dice però che il Governo starebbe pensando di far scattare un prelievo del 5% sopra i 200 mila euro, oppure di innalzare la soglia minima da 90 mila a 100-120 mila euro.
Robin Tax. Ancora bloccato per il momento il capitolo prensioni, ieri è tornata fortemente d’attualità la Robin Hood Tax. La commissione Industria del Senato ha infatti suggerito l’applicazione dell’aliquota della Robin Tax a tutte le società concessionarie. I settori regolati interessati dall’allargamento dell’ambito di applicazione dell’imposta sarebbero autostrade e telecomunicazioni, ma potenzialmente anche aeroporti e servizi locali. L’emergere di questa eventualità si è fatta sentire in Borsa sui titoli Atlantia (-3,36% a 10,35 euro, maglia nera del Ftse Mib) e Telecom Italia (-0,73% a 0,817 euro). Di contro ha brillato Enel Green Power (+3,95% a 1,551 euro) premiata maggiormente dagli acquisti sull’ipotesi di eliminazione della Robin Tax per le società attive nel business delle energie rinnovabili.
Enti locali. Infine sarebbe quasi pronta la norma che salverà i Comuni sotto i 1.000 abitanti, che dovrebbero mantenere i sindaci e i consiglieri comunali. Nel decreto rientra anche il taglio delle Province sotto i 300 mila abitanti, ma alcuni esponenti della maggioranza hanno rilanciato l’ipotesi dell’abolizione integrale. Secondo indiscrezioni di stampa starebbe inoltre prendendo piede il tetto agli stipendi dei supermanager e dei funzionari di Stato.