Madrid tira fuori il cappello con nuova emissione bond, ma la vera prova del fuoco è il 23 luglio
Le Furie Rosse sono salite sul tetto del mondo. La nazionale di calcio spagnola si è aggiudicata la coppa nel Campionato del Mondo in Sudafrica, sbaragliando un’agguerrita concorrenza. Ma a Madrid l’effetto Roja potrebbe non bastare. Perché la battaglia da vincere è un’altra, ben più ambiziosa: quella che ridisegnerà l’economia del Paese sulla base della solidità del sistema finanziario. Il prossimo venerdì 23 luglio sarà la volta della pubblicazione degli stress test e niente sarà più come prima.
Secondo Sergio Gamez, analista di Bank of America Merrill Lynch, il sistema bancario spagnolo non ha scampo. “I titoli degli istituti domestici e delle banche internazionali hanno sofferto molto sui timori del costo di rifinanziamento e della disponibilità di accedere a linee di credito. A destabilizzare il sistema finanziario ha contribuito anche l’impatto delle misure di austerity volute dal governo Zapatero”, segnala Gamez.
“Anche di fronte alla pubblicazione degli stress test non ci aspettiamo che i timori di carattere macro vengano fugati del tutto. Anzi, siamo dell’idea che le banche domestiche continueranno a fare peggio del mercato in Borsa”, aggiunge l’analista, convinto che la mancanza di una crescita dei volumi, la pressione sui margini e l’esposizione al sistema immobiliare.
In effetti gli ultimi dati diramati dalla Banca centrale spagnola si commentano da soli. Il debito delle cajas, le casse di risparmio spagnole travolte dalla bolla immobiliare, nei confronti della Bce a giugno è salito a livelli mai visti prima: ha raggiunto il record di 126,3 miliardi. A maggio le richieste di ossigeno finanziario all’ombra del Palacio Real si erano fermate a 105,5 miliardi. La dipendenza fra Eurotower e Madrid è diventata ancora più stretta.
Per capire ancora di più la portata del dato basta rimettere indietro le lancette dell’orologio a un anno fa: rispetto al giugno 2009, l’importo prelevato al Bancomat della Bce è salito del 78,6%. Ma anche rispetto a marzo 2010 il balzo è comunque notevole: del 47,5%. Anche se c’è chi come il ministro spagnolo dell’Economia, Elena Salgado, che sostiene che il sistema finanziario spagnolo è “solido e preparato ad affrontare l’avvenire”, per gli strategist queste richieste mettono in luce sempre di più la difficile situazione, che sta vivendo Madrid.
Oggi il governo spagnolo ha messo fuori il cappello: è andato sul mercato con una nuova emissione. Ma qualcosa di positivo c’è: sono stati venduti 6 miliardi di titoli di Stato: 4,25 miliardi sul comparto a 12 mesi, 1,72 miliardi su quello a 18 mesi. E il rendimento del 12 mesi è sceso al 2,221% contro il 2,303% di giugno. Anche il rendimento del 18 mesi è calato al 2,331% dal precedente 2,837%.