Londra segna massimi assoluti. Nonostante Brexit e nubi sul settore finanziario
L‘indice britannico Ftse100 ha segnato ieri il nuovo massimo storico toccando nell’intraday quota 7328,51 punti, al culmine di una sequenza di candele verdi impressionante.
Dopo la chiusura di ieri possiamo contare 12 candele positive consecutive; che diventano 22 su 25 se analizziamo la sequenza partita dal 5 dicembre scorso.
Un trend che appare solido e destinato a proseguire verso altri nuovi record?
Gli inglesi in questi casi sono soliti dire che “Only sky is the limit” (solo il clielo è il limite) ma non tutti gli analisti sono concordi con questa visione.
Dalle previsioni catastrofistiche per l’economia britannica post Brexit (giugno 2016) molti esperti hanno dovuto rivedere le loro aspettative. Il mercato britannico ha reagito in maniera positiva ma a detta di molti questa inattesa tenuta potrebbe avere le ore contate.
L’incognita futuro della “City”
Uno dei temi più incerti rimane quello relativo al comparto finanziario: quando si materializzerà effettivamente l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, gli Uk dovranno fare i conti su quanto effettivamente dovranno pagare in termini di capitali che si sposteranno su altre Piazze finanziarie europee.
Secondo alcune recenti stime l’industria rischia di perdere fino a 38 miliardi di sterline di ricavi nel caso della cosiddetta “hard Brexit“, ossia nel caso in cui i trattati di uscita degli Uk dalla Ue dovessero effettivamente comportare una forte restrizione per l’accesso ai capitali comunitari.
Ricordiamo che il primo ministro britannico, Theresa May nelle settimane scorse ha ribadito la necessità di iniziare le procedure per l’uscita dall’UE entro la fine del mese di marzo. Ma si rincorrono le dichiarazioni per un rallentamento di questo processo. L’amministratore delegato della London Stock Exchange, Xavier Rolet, ha sottolineato come un periodo di negoziazione di due anni potrebbe essere “troppo corto e insufficiente” per proteggere l’industria finanziaria britannica.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente del gruppo britannico HSBC, Douglas Flint, che ha utilizzato una metafora per rappresentare il sistema finanziario londinese, per lui simile ad una torre di Jenga: “Non si può sapere a priori cosa succederà alla torre se inizi a togliere un mattoncino dopo l’altro..”.
In questo caso, a detta del manager ci sono due possibili rischi per i posti di lavoro nel settore finanziario inglese. “Il primo è che i posti di lavoro si spostino altrove. Il secondo è che questi posti di lavoro vengano semplicemente eliminati perchè l’opportunità del mercato verso l’Europa diventa non più interessante”.