Linea dura governo riaccende lo spread, mercati in allerta con petrolio in caduta libera

Turbolenze a Piazza Affari e in generale sui mercati con l’allerta crescita che diventa sempre più concreto. Stamattina il risk-off caratterizza tutte le principali piazze finanziarie dopo che ieri il petrolio ha segnato un tracollo del 7% scendendo ai minimi annui. L’oro nero continua a pagare il perentorio tweet di Donald Trump che invita L’Opec a non tagliare la produzione; inoltre ieri l’outlook Opec ha evidenziato che la domanda per il petrolio sta calando più rapidamente del previsto (tagliate le stime per il 2018 e il 2019).
Volgendo lo sguardo all’Italia, forti vendite si segnalano a Piazza Affari all’indomani della risposta dell’Italia all’Ue con la conferma del target di deficit al 2,4% per il 2019 e anche delle stime di crescita a +1,5%. L’indice Ftse Mib cede l’1,8% a 18.879 punti. Il governo italiano ha confermato l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, con il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 che sarà considerato un limite invalicabile.
A pesare sui mercati in generale sono i timori sulla crescita globale dopo alcune indicazioni contrastanti giunte dalla Cina e le incertezze legate al processo Brexit. Oggi intanto riscontri deludenti dalla Germania con PIL giù dello 0,2% t/t rispetto al -0,1% atteso.
Lo spread risulta in deciso allargamento in area 315 punti base con rendimento del BTP decennale al 3,54%.
Titoli oil sotto fuoco vendite, debacle per Mediaset dopo i conti
Tra i titoli di Piazza Affari soffrono soprattutto quelli oil (-3,69% Saipem, -3,25% Tenaris e -3,08% Eni) in seguito al crollo del 7% delle quotazioni del petrolio nella giornata di ieri (prezzi in discesa per la 12esima sessione consecutiva).
Molto male anche Tim (-3,38%) all’indomani della sfiducia del cda a Genish con il mercato che teme uno scontro frontale tra Vivendi ed Elliott sulla governance con i francesi che molto probabilmente chiederanno un’assemblea per il rinnovo del cda. Oggi intanto gli analisti di Bernstein hanno tagliato il rating da outperform a underperform giudicando l’outlook sui fondamentali “più povero per il gruppo”.
Tra i peggiori anche alcuni titoli finanziari: -4,1% per Poste Italiane, oltre -2% per Intesa Sanpaolo e Banco BPM.
Infine Mediaset è in fondo al listino milanese con un calo di quasi il 7% dopo la diffusione dei conti trimestrali che hanno deluso le attese. L’utile a 9 mesi è sceso a 27 milioni.