Manovra rimane così com’è ma con tecnica di persuasione. Parola chiave: privatizzazioni

Il governo M5S-Lega tira dritto: nessun dietrofront né sul Pil né sui saldi. Nella lettera con cui l’Italia ha risposto all’ultimatum Ue sulla manovra, una tattica di persuasione tuttavia c’è e porta il nome di “privatizzazioni”. E’ questa la variazione più consistente contenuta nell’impianto della legge di bilancio che, per il resto, a dispetto dei desiderata di Bruxelles, è rimasta invariata.
Target sul deficit-Pil confermato al 2,4%, livello fumo negli occhi per la Commissione europea; target sul Pil del 2019 confermato all’1,5%, nonostante gli avvertimenti secondo cui la stima sarebbe troppo rosea, arrivati da diverse istituzioni.
Spunta però un maxi piano di privatizzazioni, il cui obiettivo finale è quello di far scendere il rapporto debito-Pil fino al 126% del 2021″.
Nella missiva all’Ue inviata dal ministro dell’economia Giovanni Tria, si legge di fatto che “il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico”.
Maggiori dismissioni di immobili pubblici, dunque, rispetto a quanto previsto dalla stessa Nota di aggiornamento al Def, in cui si parlava di incassi da privatizzazioni per lo 0,3% del Pil l’anno per il 2019 e 2020, per un valore di 10 miliardi circa in due anni.
Con le privatizzazioni fino all’1% del Pil, l’esecutivo giallo verde punta ora a incassi molto più ambiziosi, pari a 18 miliardi solo nel 2019. La misura viene considerata uno strumento “per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici”.
“Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza”, si legge nella letgtera di Tria a Bruxelles – e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021, portando il rapporto dal 131,2% del 2017 al 126,0 del 2021“.
Il vicepremier pentastellato e ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio garantisce che le dismissioni “non includono i gioielli di famiglia”, ma solo beni immobili di ordine minore.
Novità manovra: oltre a privatizzazioni le clausole di spesa
Un’altra novità riguarda le clausole di spesa o, anche, di salvaguardia, per rassicurare l’Ue sul fatto che quel target sul deficit-Pil al 2,4% non sarà sforato.
Tria ha scritto, infatti, che “l’indebitamento netto sarà sottoposto a costante monitoraggio, verificando sia la coerenza del quadro macroeconomico sottostante le ipotesi di finanza pubblica, sia l’aumento delle entrate e delle spese“. Confermato così l’impegno del governo “ad assumere tempestivamente, in caso di deviazione, le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali”.
L’ottimismo sulla crescita permane:
“Il governo resta fiducioso sulla possibilità di conseguire gli obiettivi di crescita”, recita ancora la missiva, precisando che “la manovra è stata costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita programmata. Questa impostazione prudenziale introduce nella legge di Bilancio un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti”.
Inoltre, “la normativa nazionale prevede una serie di presidi che obbligano il governo a riferire tempestivamente alle Camere qualora si determinino scostamenti rispetto” agli obiettivi di deficit e indebitamento netto, “assegnando tra l’altro al ministero dell’Economia e delle finanze, il compito di assicurare il monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica”.
Il ministero è tenuto inoltre “a verificare che l’attuazione delle leggi avvenga in modo da non recare pregiudizio al conseguimento degli obiettivi concordati e ad assumere tempestivamente, in caso di deviazione, le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali”.
Controlli, dunque, ad assicurare che il deficit-Pil non vada oltre quel limite considerato “invalicabile”, pari al 2,4%. Ma grande fiducia su interventi che, perseguendo una politica fiscale espansiva, permetteranno secondo il governo italiano di sorprendere, addirittura, dal lato della crescita:
“Grazie all’espansione fiscale, alle riforme introdotte, al rilancio degli investimenti, e alla riduzione del carico fiscale sulle piccole imprese la manovra consentirà di conseguire un tasso di crescita superiore a quello tendenziale e di recuperare parzialmente il divario rispetto agli altri Paesi europei”.
Il governo conferma il reddito di cittadinanza e quota 100, tra i cavalli di battaglia del contratto M5S-Lega. Nella lettera è contenuta inoltre la richiesta di una maggiore flessibilità per eventi eccezionali per le spese che dovranno essere affrontate per la rete viaria a seguito della tragedia del Ponte di Genova e per il contrasto al dissesto idrogeologico.
“Sul bilancio programmatico – precisa la missiva – gravano per il prossimo triennio spese di natura eccezionale pari a circa lo 0,2% del Pil. Nelle ultime settimane, infatti, eventi alluvionali di particolare gravità hanno colpito il Paese con un costo pesantissimo in termini di vittime e danni ingenti. Si tratta di eventi inattesi che sono anche testimonianza di un territorio ancora troppo esposto a dissesto idrogeologico.
“Le risorse indicate – viene sottolineato- saranno destinate anzitutto a un piano straordinario di interventi tesi a contrastare il dissesto idrogeologico e, per il solo 2019, anche a misure eccezionali volte alla messa in sicurezza della rete di collegamenti. Il governo predisporrà a breve un piano per contrastare il dissesto, da avviare in tempi rapidi e realizzare nel prossimo quinquennio secondo un cronoprogramma definito”.
Ci saranno “azioni di semplificazione e accelerazione delle procedure decisionali e attuative, nonché misure per rafforzare le competenze tecniche nelle pubblica amministrazioni funzionali ad accelerare la realizzazione degli interventi necessari”.
A questo punto, la parola passa a Bruxelles. La data ufficiale della risposta è fissata al prossimo 21 novembre. Ma è improbabile che il contentino che il governo M5S-Lega ha inserito nella manovra sia sufficiente a placare l’irritazione crescente dei funzionari europei. La strada per la procedura di infrazione sembra già tracciata, sebbene qualche giorno fa sia stato lo stesso Tria ad affermare di non ritenere scontato un tale scenario.