Notizie Notizie Italia Libia: Tripoli è in mano ai ribelli, a Piazza Affari scattano gli acquisti su Eni e Ansaldo

Libia: Tripoli è in mano ai ribelli, a Piazza Affari scattano gli acquisti su Eni e Ansaldo

22 Agosto 2011 09:39

Si avvicina la fine del colonnello Muammar Gheddafi. Ieri pomeriggio i ribelli libici hanno conquistato Tripoli e hanno catturato tre figli del rais. La capitale ha accolto con un tripudio l’entrata dei ribelli riversandosi a festeggiare nella Piazza Verde, uno dei simboli del regime. Secondo quanto riportato dall’emittente Al Jazeera, il colonnello sarebbe ancora a Tripoli e gli scontri tra i ribelli e i fedelissimi del rais sarebbero in corso proprio nelle vicinanze del bunker di Gheddafi. Il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, ha dichiarato di essere pronto ad ordinare la fine dei combattimenti se il colonnello accetterà di lasciare il Paese.


A Piazza Affari, dove il Ftse Mib guadagna il 2,50% a 14.960 punti, a guidare i rialzi ci pensano proprio le società che potrebbero maggiormente beneficiare di una possibile stabilizzazione del quadro politico in Libia: Ansaldo Sts svetta sul paniere principale con un balzo del 5,47% a 5,98 euro, Eni mostra un progresso del 5,20% a 13,12 euro. La crisi libica si è fatta sentire sul colosso petrolifero che ha visto calare i livelli produttivi nel Paese nordafricano da 244 mila barili al giorno agli attuali 50 mila barili. Prima dello scoppio degli scontri, la Libia rappresentava il 13% della produzione totale del gruppo di San Donato Milanese.


Oltre al petrolio, Eni ha bloccato anche il gasdotto Greenstream, attraverso cui passava circa il 10% dei consumi italiani di gas. La Libia, va ricordato, forniva circa il 12% del gas consumato in Italia in seguito alla decisione dell’Eni di girare alla libica National Oil Corporation la gestione del gasdotto Greenstream che collega la costa nordafricana a Gela, in Sicilia. Greenstream è il più lungo (520 chilometri) gasdotto sottomarino mai realizzato nel Mediterraneo. Dalla guerra in Libia “Eni ha avuto un impatto negativo sulla produzione pari al 12%”, ricorda Equita nella nota odierna.


La conclusione del conflitto iniziato nel febbraio scorso avvicinerebbe la ripresa delle opere infrastrutturali programmate da Ansaldo Sts. All’inizio del conflitto il portafoglio ordini della controllata di Finmeccanica era stimato attorno ai 650 milioni di dollari, riferiti alla realizzazione di sistemi di segnalazione e di impianti di telecomunicazioni per la linea ferroviaria tra Sirti e Bengasi, per la linea costiera Ras Ajdir – Sirti e per quella verso l’interno Al-Hisha – Sabha. Nel marzo scorso la società aveva reso noto che l’eventuale completa sospensione dell’esecuzione delle commesse aggiudicate in Libia avrebbe potuto comportare per il 2011 un minor valore della produzione tra gli 80 e i 100 milioni di euro.


L’insurrezione dei ribelli aveva bloccato anche l’assegnazione di nuove commesse: quelle per l’addestramento di personale ferroviario (del valore di 60/70 milioni) e quella per la metropolitana di Tripoli (valore di 200 milioni). Anche Impregilo, che oggi guadagna in Borsa l’1,10% a 1,635 euro, fu impattata negativamente dalla crisi libica a causa della presenza in portafoglio di lavori da realizzare nel Paese (circa 1 miliardo di euro). “La visibilità sul possibile ritorno alla normalità per tali contratti è molto limitata visto che, tenuto conto dello scenario attuale, gli investimenti che vedevano coinvolti Impregilo ci sembrano non prioritari”, commentano gli esperti di Equita.