News Notizie Italia Lega, Borghi e Salvini cercano di chiarire sull’euro. Borghi: ‘è dannosissimo, ma uscita non può essere unilaterale’

Lega, Borghi e Salvini cercano di chiarire sull’euro. Borghi: ‘è dannosissimo, ma uscita non può essere unilaterale’

Pubblicato 18 Ottobre 2019 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:19
Per Matteo Salvini e Claudio Borghi la posizione della Lega sull'euro è chiara. Non la pensano allo stesso modo diversi italiani che, confusi dalla carrellata di dichiarazioni sull'euro rilasciate nel passato recente e anche remoto, non riescono a rispondere ancora chiaramente alle seguenti domande:

"La Lega vuole davvero far uscire l'Italia dall'Ue e/o dall'euro? La Lega vuole o non vuole l'Italexit?"

Negli ultimi giorni proprio Borghi e Salvini hanno rivelato cosa pensano davvero dell'euro. Il primo, nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia AdnKronos. Il secondo, in una lunga intervista al magazine francese Le Point.

Ecco cos'hanno detto. Così l'economista leghista e presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, noto anche per la proposta sui minibot.

"Credo che si faccia confusione, io da sempre ritengo che l'euro sia una cosa dannosissima, ma l'uscita dalla moneta unica non può essere una cosa unilaterale". Certo - ha detto al giornalista Francesco Saita - se ci saranno condizioni condivise, a livello Ue, per l'uscita noi è chiaro che parteciperemo". Anche "perché" parliamo di una cosa che "c'è nel programma della Lega, anzi questa è la posizione ufficiale della Lega, che è sempre la stessa".

Nel commentare quanto ha detto il leader della Lega, ex vicepremier ed ex ministro dell'Interno del governo M5S-Lega - a Le Point Salvini ha parlato dell'euro come di un brutto esperimento - Borghi ha spiegato:

"E' giusto dire che l'uscita non è all'ordine del giorno, per motivi ovvi, perché per uscirne, ripeto, serve condivisione, magari a partire dalla Germania e se ne può parlare".

Per farsi capire meglio, l'economista ha fatto riferimento al testo del programma ufficiale della Lega, presentato per le ultime politiche, nel 2018, ove si legge:

"L'euro è la principale causa del nostro declino economico, una moneta disegnata su misura per Germania e multinazionali e contraria alla necessità dell'Italia e della piccola impresa. Abbiamo sempre cercato partner in Europa per avviare un percorso condiviso di uscita concordata" e "continueremo a farlo".

"Ora - ha fatto notare Claudio Borghi ad AdnKronos - anche la Germania sta capendo che c'è qualcosa che non va, non stanno gradendo neanche loro, che stanno avendo perdite miliardarie per rendimenti garantiti e tassi sotto zero". E quindi "dobbiamo dire che prima o poi gli squilibri della moneta, che porta disoccupazione e tassi troppo bassi in Germania, vengono al nodo, come sta succedendo".

Borghi ha concluso l'intervista all'agenzia di stampa AdnKronos con queste parole:

"Non siamo riusciti a fare uscire Fazio dalla Rai, figuriamoci da soli a far uscire l'Italia dall'euro, tanto più ora che non siamo neanche al governo".

A Le Point Salvini aveva detto:

"L'euro è stato un brutto esperimento. Oggi molti Premi Nobel sono d'accordo". Tuttavia, "dato che la storia non può essere riscritta, stiamo lavorando per ridurre i danni causati dalle politiche monetarie e finanziarie. Le regole delle banche devono essere cambiate, le regole di Basilea e quelle del 'Bail-In'.

Il leader del Carroccio ha sottolineato di non volere una Italexit, ma anche qui non è mancato il 'ma':

"Vanno completamente cambiate le regole dell'Europa come la direttiva Bolkestein che abbiamo fermato. Ricordo anche i 15 miliardi regalati alla Turchia e che si sommano ad altri 7 già messi a bilancio per i prossimi anni. A questo proposito mi auguro che tutti siano convinti, come la Lega dice da anni, che la Turchia non può entrare in Europa. Aggiungo, a proposito di Bruxelles, che il tempo del servilismo debba finire! Non prendiamo lezioni da chi voleva imporre come commissaria europea Sylvie Goulard, con tutti i suoi problemi. È stata sonoramente e giustamente bocciata!".

In ogni caso, "sentire finalmente i tedeschi parlare di flessibilità, di revisione dei vincoli di bilancio e di nuove leggi sull'immigrazione, mentre sei anni fa tutto sembrava intoccabile, mi sembra un passo avanti. Continuiamo a credere che l'Europa debba cambiare".