Notizie Notizie Italia Lavoro a tempo indeterminato: + 7,1% a 400 mila i contratti nel III trimestre

Lavoro a tempo indeterminato: + 7,1% a 400 mila i contratti nel III trimestre

28 Novembre 2014 09:10
jcrop-previewUn andamento positivo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400 mila nuovi contratti, con un aumento tendenziale del 7,1% rispetto ad un anno prima, concentrato nei settori dell’industria e dell’agricoltura, mentre diminuiscono gli avviamenti nel settore dei servizi, tranne che nell’istruzione, che presenta più di 17mila nuovi contratti a tempo indeterminato”. Questa è la prima anticipazione fornita dal ministero del Lavoro dei dati forniti dal Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie sull’avviamento di nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato relativi al terzo trimestre del 2014. 
 
Complessivamente, il dicastero fa sapere che gli avviamenti di rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato sono stati 2 milioni e 474 mila, con un aumento del 2,4% rispetto al terzo trimestre del 2013. I rapporti di lavoro a tempo determinato rappresentano circa il 70% dei nuovi contratti, con un incremento dell’1,8% rispetto al terzo trimestre 2013. Questa tipologia contrattuale soddisfa in particolare le esigenze dell’agricoltura per circa 460mila contratti, con un aumento rispetto al terzo trimestre 2013 del 10,6%. I contratti di apprendistato sono cresciuti  del 3,8%, confermando, pure in termini più contenuti, la tendenza che si era già evidenziata nel secondo trimestre, nel quale avevano fatto registrare un balzo del 16%.
 
Le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 2 milioni e 415 mila, con una dinamica di +0,9% rispetto all’anno precedente, dovuta ad una crescita delle cessazioni a termine dei contratti a tempo determinato (che rappresentano il 65% del totale delle cessazioni); per tutte le altre tipologie contrattuali si riscontra un andamento in diminuzione. Tra le cause di cessazione si evidenzia un deciso aumento di pensionamenti (+55%), riscontrabili nel settore dell’istruzione, e una diminuzione del 3,3% dei licenziamenti, che costituiscono il 9% di tutti i rapporti di lavoro cessati.