Lavoro: previsti 208 mln di disoccupati al mondo nel 2015. Italia situazione preoccupante
Il mercato del lavoro continuerà a peggiorare fino a raggiungere i 208 milioni di disoccupati nel 2015 dagli attuali 200 milioni. Lo prevede l’Ilo, l’International Labour Organization, nel suo ultimo rapporto “World of Work 2013“, pubblicato oggi. Secondo lo studio, se Usa e Giappone stanno conoscendo timidi segnali di miglioramento, “l’Europa, al contrario, si sta ancora confrontando con sfide importanti e per molti aspetti qui il mercato del lavoro e le prospettive sociali continuano a deteriorarsi”.
Italia, pochi segnali di miglioramento
E non c’è da stupirsi se la situazione in Italia è preoccupante. “Il mercato del lavoro italiano – specifica l’Ilo nella parte dedicata al Paese – lascia vedere pochi segni di ripresa”. Secondo l’istituto le cause sono da ricercare nel calo della domanda interna, per via della stagnazione salariale e dunque di una maggiore povertà delle famiglie, e nel debole aumento delle esportazioni, su cui si è concentrato il modello nazionale di ripresa. “Per rispondere alla crisi, l’Italia ha messo in atto una serie di misure incentrate sull’offerta, con l’obiettivo di migliorare la competitività attraverso il taglio dei costi unitari di manodopera. Tuttavia, queste misure rischiano di rimanere inefficaci. In effetti, un grande numero di partner commerciali ha avviato contemporaneamente misure di austerità, ivi compresi paesi con eccedenze di bilancio. Di conseguenza, la domanda esterna potrebbe non bastare a sostenere un tale modello di ripresa basato sulle esportazioni”.
Una ricetta per l’Italia
Di fronte a questa situazione, l’Ilo suggerisce all’Italia di concentrarsi meno sul risanamento fiscale e sulla riduzione dei costi unitari della manodopera per porre invece l’accento su misure a sostegno dell’investimento e dell’innovazione. In particolare, l’Italia dovrebbe stimolare l’investimento nell’economia reale e sviluppare mezzi per sostenere l’occupazione giovanile. “I lavoratori giovani non devono prendere il posto di quelli più anziani”, afferma l’Ilo, spiegando che il governo dovrebbe considerare altri mezzi per sostenere l’occupazione giovanile, come gli incentivi all’occupazione e le borse di formazione.
Non solo. Il governo dovrebbe monitorare le forme atipiche di occupazione. “Sarà importante monitorare e valutare la recente proposta di ridurre di un terzo il periodo di interruzione tra due contratti successivi a tempo determinato. Siccome l’occupazione precaria è in continuo aumento, sarebbero necessari maggiori sforzi per incentivare la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti di lavoro fisso”, si legge nel rapporto.
Il tasso di disoccupazione in Italia è aumentato regolarmente a partire dall’inizio della crisi: dal 6,1% nel 2007 fino all’11,2% del quarto trimestre 2012. L’occupazione precaria (contratti involontari a tempo determinato o part-time) si è diffusa largamente, ha sottolineato l’Ilo rilevando che probabilmente è aumentata a seguito della riforma Fornero.