Notizie Notizie Italia L’asta per Bio-on va deserta: per piccoli azionisti spunta il progetto Phoenix, una Spac per acquisire e rilanciare l’ex unicorno dell’AIM

L’asta per Bio-on va deserta: per piccoli azionisti spunta il progetto Phoenix, una Spac per acquisire e rilanciare l’ex unicorno dell’AIM

Pubblicato 6 Maggio 2021 Aggiornato 7 Maggio 2021 11:46

Niente file di investitori pronti a rilevare l’ex unicorno Bio-on. Ieri mattina l’asta per rilevare l’azienda bolognese di bioplastiche è andata deserta. Bio-on era arrivata a valere oltre un miliardo a Piazza Affari prima che il fondo Quintessential nel luglio 2019 mettesse in dubbio la tecnologia sviluppata dalla società guidata da Marco Astorri e accusando il management di aver costruito uno ‘castello di carte’.

La base d’asta era stata fissata in 95 milioni di euro, probabilmente troppo anche se nelle ultime settimane si era parlato di concreto interesse da parte di investitori anche esteri per i bioreattori dell’azienda installati presso lo stabilimento di Castel San Pietro (BO), utili per la produzione dei vaccini. Nel dettaglio Bio-on detiene cinque bioreattori di fermentazione farmaceutica e chimica.

L’ipotesi di riconversione per produrre vaccini

Le tecnologie Bio-on potrebbero essere idonee alla produzione di vaccini e il Mise negli scorsi mesi ha aperto alla valutazione di questo scenario. A fine marzo la viceministra dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, in risposta a un’interrogazione parlamentare del capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, il bolognese Gianluca Benamati, ha affermato che Bio-On rappresenta uno dei siti industriali che potrà essere valutato nell’ottica della realizzazione di un polo specializzato per la produzione di vaccini con la riconversione dei bioreattori esistenti o l’acquisto di nuovi, assieme alle aziende che hanno manifestato la loro disponibilità al progetto di produzione dei vaccini in Italia. Anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, aveva confermato le valutazioni in atto sull’asse Bologna-Roma.

I nomi circolati, oltre al governo in prima persona, sono quelli di Eni o Novamont, così come della fondazione di Bill Gates.

E adesso? La partita appare ancora aperta con la possibilità di un nuovo round partendo da valutazioni più basse. Da soli i cinque bioredattori hanno una valutazione di circa 40 milioni.

I curatori fallimentari Luca Mandrioli ed Antonio Gaiani ritengono che ci siano i presupposti per una seconda asta, proprio in virtù del “significativo interesse da parte di importanti società italiane ed estere, per i vari accessi alla data room sia per le richieste di visione del fascicolo fallimentare”.

A commentare l’esito dell’asta è stato anche il fondatore ed ex presidente di Bio-ON, Marco Astorri: “Riteniamo che il risultato dell’asta non vada ad intaccare minimamente il valore di Bio-On e le speranze che molti ripongono sul riavvio del progetto. Come confermato anche dai Curatori, c’è grande interesse da parte di importanti imprese italiane e straniere per l’acquisizione di tutti gli asset della società, a ulteriore dimostrazione del fatto che Bio-On non è e non è mai stata un ‘castello di carte’. Auspichiamo quindi che si possa arrivare in breve tempo ad una soluzione che consenta il pieno rilancio dell’attività nella sua interezza, senza disperdere o frammentare l’enorme patrimonio di tecnologia e conoscenze sviluppato nel corso degli anni, anche grazie al contributo dei dipendenti e i ricercatori.

La proposta del sindacato Siti: una Spac per rilevare l’azienda, ma serve un socio industriale

Un altro fronte è quello legato alle possibili mosse dei piccoli azionisti di Bio-on. Il sindacato Siti ha lanciato la proposta di una Spac per rilevare l’azienda. Il Sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio, che rappresenta e tutela oltre mille azionisti ed ex azionisti Bio on, ha annunciato subito dopo l’esito dell’asta la costituzione di una Spac, denominata ‘Phoenix’, riservata in primis, ma non esclusivamente, agli azionisti di minoranza Bio-on e finalizzata all’acquisizione in asta dell’impianto produttivo, e dei relativi brevetti, dal fallimento della società con l’obiettivo di consentire loro la partecipazione al rilancio dell’attività, tramite un veicolo finanziario, del tutto nuovo e indipendente rispetto alla precedente compagine di controllo.

Per il lancio della Spac sarà necessaria la presenza di “un soggetto industriale di riferimento, attualmente in fase di individuazione, in grado di valorizzare al meglio, sulla base delle proprie capacità e competenze, la consistenza patrimoniale, ma soprattutto industriale” di Bio-on.

Secondo Siti, la Spac potrebbe aspirare sin da subito ad una rapida quotazione all’Aim di Piazza Affari.

Le accuse della procura di Bologna ad Astorri & co.

Intanto, settimana scorsa la Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per gli ex vertici di Bio-on, compreso il fondatore ed ex presidente Marco Astorri, contestando i reati di manipolazione di mercato e false comunicazioni sociali. I vertici di Bio-on sono accusati, tra l’altro, di aver diffuso notizie false sullo stato di salute economico, patrimoniale e finanziario della società, che avrebbe provocato un aumento delle azioni della società, quotata sul listino Aim di Piazza Affari e generato un indebito vantaggio stimato in 36 milioni di euro.