Notizie Auto Lamborghini in preallerta per i dazi, Ferrari nella stessa barca e in Borsa perde il tocco magico

Lamborghini in preallerta per i dazi, Ferrari nella stessa barca e in Borsa perde il tocco magico

20 Marzo 2025 10:56

I dazi trumpiani non fanno dormire sonni tranquilli a tutti o quasi. Anche le più blasonate case automobilistiche di lusso dovranno fare i conti con i possibili contraccolpi legati alle tariffe. Ultima in ordine di tempo a lanciare un campanello d’allarme è Lamborghini.

Lamborghini da record nel 2024, ma i dazi preoccupano

I potenziali dazi statunitensi sui prodotti realizzati in Europa potrebbero avere ripercussioni sui ricavi di Lamborghini. A dirlo oggi è l’amministratore delegato, Stephan Winkelmann, dopo che la casa automobilistica sportiva ha riportato conti 2024 in buona crescita.

La casa italiana controllata da Volkswagen è fortemente esposta al mercato statunitense che rappresenta quasi un terzo delle proprie vendite. Lo scorso anno Lamborghini ha venduto 10.687 veicoli, nuovo livello record, di cui circa 3mila negli Stati Uniti.

L’azienda ha ora un portafoglio ordini che copre 18 mesi e il suo obiettivo è quello di preservarlo per raggiungere una “crescita controllata” in quanto i potenziali dazi statunitensi potrebbero aggiungere ulteriore incertezza a un mercato del lusso già sotto pressione.

Le consegne record hanno permesso a Lamborghini di raggiungere ricavi per 3,09 miliardi di euro, in crescita del 16%, mentre il suo utile operativo è aumentato del 15,5% a 835 milioni di euro, anche qui a nuovi livelli record.

Auto di lusso e i rischi di trasferire il peso dei dazi sui clienti

Per il settore del lusso si pone il dilemma su quanto sarà possibile trasferire ai clienti i maggiori costi legati ai possibili dazi Usa sugli acquirenti di auto. Winkelmann non si è sottratto a questa domanda affermando che c’è un “punto d’equilibrio” e “se si va oltre si perdono volumi, è un dato di fatto. Dobbiamo valutare cosa fanno i nostri concorrenti e come reagiscono i clienti statunitensi, ma c’è sicuramente un rischio sui volumi”.

Parole che non lasciano adito a dubbi. Il problema dazi esiste e coinvolge tutti anche perché – come sottolineato dallo stesso Winkelmann – il mercato delle auto di lusso ha registrato una contrazione del 10% lo scorso anno. “La nostra sensazione è che la bolla post-Covid sia finita”, ha aggiunto. In particolare, la contrazione più evidente si segnala nel mercato cinese, così come avvenuto anche per il lusso non legato all’automotive.

Bentley, altro esponente dell’automotive di lusso e anche lei del gruppo Volkswagen, ieri ha registrato il fatturato annuale più basso dallo scoppio della pandemia Covid.

Dilemma anche per la Rossa

Sul nodo dazi si era espressa settimana scorsa anche la Ferrari, per bocca del suo ad Benedetto Vigna. “Siamo sulla stessa barca in termini di dazi e siamo pronti con alcune contromisure – ha affermato Vigna – aspettiamo che venga reso noto il numero ufficiale”. Il Cavallino Rampante attende quindi di conoscere l’entità delle tariffe per poi dispiegare la propria strategia. Vigna però ha anche aggiunto un riferimento al rispetto per i clienti (“Dobbiamo rispettarli perché per noi la cosa più importante è il cliente. In Ferrari la cosa più importante è il cliente. Dobbiamo assicurarci di trattarli nel modo giusto”) che ha fatto pensare che il gruppo è disposto a sobbarcarsi l’aggravio di costi.

Ferrari ha la sua produzione interamente concentrata in Italia, quindi non risulta esposta ai dazi Usa del 25% sulle auto prodotte in Messico e Canada (congelati per un mese e che partiranno dal 2 aprile). In aggiunta, gli analisti ritengono che la Casa di Maranello potrebbe trasferire più facilmente rispetto ad altri il costo aggiuntivo facendo leva sull’iconicità del proprio brand.

Unicità del brand, ma la Borsa diventa fredda sul Cavallino

Lo scorso anno Ferrari ha consegnato 13.752 unità con un aumento del 21% dell’utile netto a 1,53 miliardi e quest’anno prevede un aumento degli utili core del 5%. Così come per Lamborghini, anche per Ferrari gli Stati Uniti sono il mercato principale con 3.527 unità vendute nel 2024.

A Piazza Affari il Cavallino Rampante ha parzialmente perso potenza nell’ultimo con un tonfo del 14,5% allontanandosi dai massimi storici a 489,5 euro toccati un mese fa a seguito dei conti record. Da inizio anno il saldo è praticamente nullo. sottoperformando rispetto a un Ftse Mib salito a doppia cifra (+15%).