A. Laidi: l’oro penalizzato dall’allentamento delle tensioni in Europa
Il -8,5% messo a segno dall’oro da metà giugno conferma che alla correlazione inversa con il dollaro va preferito il legame oro/euro: la crescita delle quotazioni del metallo giallo nel primo trimestre è attribuibile agli acquisti dei Fund Manager del Vecchio continente, che hanno spinto al rialzo le quotazioni contro le altre valute. È quanto sostiene Ashraf Laidi, Chief Market Strategist di Cmc Markets. Laidi sottolinea come una volta svanite le incertezze legate ai debiti sovrani europei ed in presenza di un miglioramento dei dati macroeconomici il rally dell’oro si è fermato. L’incrocio oro/dollaro quota solo 15 dollari sopra la media mobile a 200 giorni (1.147); un’eventuale rottura, la prima dal gennaio 2009, riporterebbe d’attualità quota 1.080 $/oncia.
I dati arrivati dall’inflazione australiana, continua Laidi, accrescono le possibilità di tassi fermi al 4,5% per tutto il 2010. L’inflazione “core” è scesa al 2,7% trimestrale, l’incremento minore in 3 anni ed il sesto calo trimestrale consecutivo. La salita del cross aud/usd sopra la media mobile a 200 giorni per la prima volta in due mesi si è dimostrato un movimento di breve durata e qualsiasi ritracciamento, continua Laidi, dell’appetito per il rischio è destinato a riportare il cambio verso la trend line a 0,8840. Da tenere presente che l’aussie potrebbe perdere terreno contro euro e sterlina in scia dei dati macro migliori delle attese che potrebbero arrivare dall’Europa e dalla Gran Bretagna.
Per quanto riguarda infine il dollaro neo-zelandese Laidi pronostica un incremento del costo del denaro di 25 pb da parte della Reserve Bank of New Zealand; nel caso si tratterebbe del primo incremento dopo la fine della politica espansiva datata 2008-9.