Ecco la prima Tesla Model 3. Ma Elon Musk rischia di perdere la scommessa in Borsa
Il primo esemplare Tesla Model 3 è stato finalmente prodotto. A presentare il tanto atteso modello del nuovo fiore all’occhiello della sua società è stato lo stesso Elon Musk, via Twitter. Musk ha pubblicato due foto dell’auto elettrica, per la gioia dei suoi fan.
Tra l’altro, stando alle indiscrezioni riportate da Marketwatch, sarebbero centinaia di migliaia i fan di Tesla che si sarebbero dati già da fare per acquistare il veicolo.
First Production Model 3 pic.twitter.com/TCa2NSUNI3
— Elon Musk (@elonmusk) July 9, 2017
Le foto di Tesla Model 3 sono arrivate da Musk – co-fondatore e amministratore delegato di Tesla – sabato notte. Si sa che il primo esemplare appena prodotto andrà a finire direttamente a lui.
In realtà, in base ai piani, il modello appena sfornato dalla catena di produzione in California avrebbe dovuto essere consegnato a Ira Ehrenpreis, membro del cda di Tesla. E’ stato tuttavia lo stesso socio a trasferire i diritti per l’acquisto a Musk, in occasione del suo 46esimo compleanno.
— Elon Musk (@elonmusk) July 9, 2017
Per il gruppo, non si può parlare esattamente di un periodo d’oro, almeno in termini prettamente borsistici. In pochi giorni, il titolo è entrato infatti in fase di correzione, per poi scivolare anche in una condizione di mercato orso, attestandosi a un valore inferiore di oltre -20% rispetto ai massimi precedentemente testati.
Alle 16.15 ora italiana della sessione odierna, le quotazioni scambiate sul Nasdaq cedono più del 2% a $306,14.
Tesla ripone ora grandi speranze sul Model 3: si sa che il prezzo sarà di $35.000 circa, la metà circa del costo del Model S, e che finora sono almeno 400.000 le persone che hanno dato un anticipo di $1.000 per la nuova vettura.
La scorsa settimana, Musk aveva annunciato che i primi 30 clienti avrebbero ricevuto il Model 3 alla fine di luglio, aggiungendo che il target di produzione relativo al mese di agosto sarà di 100 unità, un valore destinato a moltiplicarsi fino a 1500 unità a settembre e a 20.000 al mese entro dicembre.
L’obiettivo è quello di raggiungere il target di 500.000 unità entro la fine del 2018.
Bisognerà vedere se Musk riuscirà tuttavia a riassistere al boom di buy che hanno preso d’assalto il titolo nella prima parte dell’anno. Per le quotazioni dell’azienda, quella di giovedì scorso si è rivelata una sessione decisamente negativa, con il titolo precipitato a un valore inferiore del 20% circa rispetto al record di $383,45 testato il 23 giugno. E ora l’azione sembra rischiare anche quota $300.
Alcuni analisti hanno messo in guardia gli investitori, nonostante l’altra grande novità della settimana scorsa, ovvero la vittoria, da parte della società di Elon Musk, nella gara d’appalto australiana per la costruzione della batteria al litio più grande del mondo.
This will be the highest power battery system in the world by a factor of 3. Australia rocks!! https://t.co/c1DD7xtC90
— Elon Musk (@elonmusk) July 7, 2017
La forte flessione del titolo si è tradotta in una perdita del patrimonio netto di Elon Musk di $2,7 miliardi rispetto al record dello scorso 25 giugno, testato a $18,6 miliardi, in base ai dati resi noti dal Bloomberg Billionaires Index.
A incidere sui sell, non solo la notizia delle consegne deludenti dei suoi veicoli, ma anche l’annuncio di Volvo, che ha praticamente lanciato la sfida a Tesla, impegnandosi a produrre auto tutte elettriche entro il 2019.
Le vendite hanno portato Tesla a perdere il titolo di società di auto più capitalizzata degli Usa la scorsa settimana, con la capitalizzazione scesa a $50,7 miliardi, a un valore inferiore rispetto a GM, che ha riconquistato il podio con $52,6 miliardi. Lo stesso Musk tra l’altro, nel commentare il valore di mercato di $50 miliardi, aveva ammesso al Guardian:
“Non credo che questa capitalizzazione di mercato sia più elevata di quella che avremmo il diritto di meritare”.
E Wall Street gli ha dato in qualche modo ragione, visto che l’azione ha concluso venerdì scorso la settimana peggiore dell’ultimo anno e mezzo, cedendo oltre -13% e scivolando – brevemente – nel mercato orso. Il titolo ha recuperato terreno lo scorso venerdì, salendo +1% circa al di sopra di $313.
Dall’inizio dell’anno fino alla fine di giugno, la corsa di Tesla era stata apparentemente senza freni, da poco più di $216 a $387 circa.
Guardando al futuro, intervistato da Cnbc Ihor Dusaniwsky, direttore di ricerca presso S3 Partners, ha fatto notare che la scorsa settimana sono state shortate più di 400.000 azioni Tesla.
Ari Wald, responsabile della divisione di analisi tecnica di Oppenheimer, ritiene che gli investitori dovrebbero focalizzarsi sul range compreso tra $290 e $300, e che è fondamentale che l’azione rimanga al di sopra di tale livello.
Boris Schlossberg, managing director presso la strategia di forex di BK Asset Management, è dell’idea inoltre che, se Tesla riuscirà a raggiungere un target di produzione di 200.000 unità, allora l’azione potrebbe recuperare terreno.
Tesla ha di fatto iniziato a perdere terreno sulla scia di dati che hanno confermato come, nel corso della prima metà dell’anno, le consegne su base globale delle vetture Model S e Model X SUV si siano attestate nella parte bassa della fascia attesa dallo stesso colosso.
Inoltre, IHS Markit ha messo in evidenza che le immatricolazioni di Tesla in California, primo mercato per il colosso dell’auto, sono scese su base annua di ben -24%.
Per non parlare poi della revisione al ribasso del target price a sei mesi, sul titolo, da parte di Goldman Sachs, a un valore che implica un margine di ribasso rispetto al valore di chiusura dello scorso venerdì pari a -42%. Un giudizio, quello della banca d’affari Usa, che ha confermato i timori sulla bolla Tesla.
Altro dato per nulla di buon auspicio..le immatricolazioni di Tesla a Hong Kong che, con la fine dei sussidi a favore degli acquisti di auto elettriche, sono scese da 2.939 a zero, nel mese di aprile.