Notizie Notizie Italia La Teoria delle onde di Elliott: Ftse Mib in piena correzione A – B – C?

La Teoria delle onde di Elliott: Ftse Mib in piena correzione A – B – C?

15 Novembre 2017 15:47

Dopo aver raggiunto nuovi massimi dal 2015 a 23.133 punti il Ftse Mib ha avviato una veloce correzione lasciando sul terreno quasi il 5 per cento. Lecito dunque domandarsi quale sia l’attuale stato di salute del bull market che dal minimo di giugno 2016 ha caratterizzato Piazza Affari. A tal proposito è interessante osservare i suggerimenti della Teoria delle Onde di Elliott, a supporto di alcuni strumenti dell’analisi grafica e algoritmica

 

L’indice Ftse Mib da inizio anno ha corso tanto guadagnando sino al massimo Ytd del 7 novembre scorso circa 20 punti percentuali. Di fatto il nostro indice, fatta eccezione di qualche temporanea correzione, prosegue al rialzo fin dal minimo del 27 di giugno 2016, segnato in area 15.000 punti, ed è giunto sui livelli dell’agosto 2015.

 

Dal massimo su citato però l’indice ha avviato una fase di correzione che ha portato Piazza Affari a perdere poco meno del 5 per cento da inizio novembre. A questo punto può essere interessante cercare di capire a che punto del movimento siamo e quanta forza possiede ancora il bull market. L’analisi tecnica fornisce diversi strumenti e metodologie per rispondere a queste domande e in questo approfondimento vogliamo provare a interrogare la teoria delle onde di Elliott.

 

La teoria delle onde di Elliott è sicuramente una delle metodologie più interessante dell’analisi tecnica in quanto intende evidenziare in quale parte di un mercato toro o orso i prezzi si trovano. Secondo l’ideatore Ralph Nelson Elliott, il movimento dei prezzi, essendo il prodotto di un’attività umana, è soggetta a leggi naturali e tende ad esprimere sequenze di onde rialziste e ribassiste che sono riconducibili ad una struttura ben precisa.

 

Sintetizzando notevolmente, tale modello ci dice che, in ogni momento, il mercato (per esempio un indice come il Ftse Mib) può essere individuato in qualche punto della formazione di base a cinque onde impulsive o delle tre correttive, come si evince dal grafico sotto (qui nel caso di un bull market).

Le onde di grado superiore a loro volta possono essere “scomposte” in onde di grado inferiore essendo frattali. Onda 1 – 3 – 5 sono sempre composte da 5 onde, mentre onda 2 e 4 da tre (a-b-c). Più complessa la correzione A – B – C dell’intero movimento che può essere di diverse tipologie (zig zag- flat- triangolo – o combinazioni varie). La complessità deriva proprio dal fatto che il movimento A – B – C, essendo contro il trend primario è difficile da mappare. Ogni onda delle 8 ha a sua volta caratteristiche ben specifiche che per questioni di spazio esulano dagli obiettivi di questo articolo.

 

Quel che vi proponiamo di seguito è il possibile conteggio delle onde sul Ftse Mib, così come risulta a noi di Finanza Online.

 

In questo momento, secondo il nostro conteggio, ci troviamo nella fase di correzione A – B – C, di tutto il movimento impulsivo. Fase che in realtà è cominciata col massimo relativo del 3 ottobre 2017 a 22.860 punti. Livello target del triangolo (vedi grafico sotto) sviluppatosi tra il 7 agosto e l’8 settembre di quest’anno. E proprio Elliott ci insegna che spesso l’onda 4 assume la forma di un triangolo da cui poi si sviluppa onda 5, l’ultima dell’impulso rialzista. Non è facile, come abbiamo detto, definire esattamente a che punto della correzione siamo e forse il conteggio più semplice è quello inserito nel grafico. Saremmo dunque nel pieno sviluppo di onda C, la più forte delle tre.

 

Allargando invece l’analisi ad un periodo più grande per mostrare tutto il movimento impulsivo principale (numeri in rosso sul grafico), onda 1 si arrestata sui massimi di ottobre 2016, onda 2 ha corretto il 100% di onda 1 con il minimo del novembre dello scorso anno. Onda 3, la più forte per direzionalità e volatilità, ha permesso ai corsi il massimo in area 19.700 punti nel gennaio 2017, a cui è seguita la correzione di onda 4 fino a 18.400 punti.

 

Da qui è partita onda 5, definita in questo caso estesa, poiché di dimensioni maggiori. Come abbiamo detto accennando alla frattalità delle onde, onda 5 può essere suddivisa in cinque movimenti (i) – (ii) – (iii) – (iv) – (v), in blu nel grafico. Ma il gioco dei frattali non finisce qui. “Zoommando” ancora, vediamo proprio quanto detto all’inizio dell’articolo. Dopo onda “iv” (in verde), che ha preso la forma di un triangolo, è cominciata quella che, secondo il nostro conteggio, rappresenta onda v, di onda (V) di onda (5). La fine di questo movimento impulsivo.

Quello che la teoria di Elliott sembra dirci dunque è che siamo nel pieno della correzione A-B-C. Correzione che, secondo regole puramente empiriche, potrebbe portare ad un potenziale ritracciamento anche in area 21.300-20.500 punti, ovvero in prossimità di onda (iv).

 

L’analisi tecnica classica conferma la debolezza

Anche l’analisi tecnica tradizionale sembra mettere in evidenza una certa stanchezza dell’indice e la necessità di una pausa:

  • Il grafico daily evidenzia volumi in rialzo nella fase ribassista cominciata dal 7 novembre.
  • Rsi ha segnato divergenza rispetto ai prezzi sugli ultimi due massimi del Ftse Mib (quello del 3 ottobre e quello del 7 novembre) ed è quasi in iper venduto. Inoltre l’oscillatore ha superato il minimo precedente ad indicare che il movimento è fortemente direzionale. MACD è orientato al ribasso e l’istogramma segnala anche volatilità crescente.

 

L’A/D line – divergenza sul prezzo e rottura della trend line rialzista

Infine vi è un indicatore utile da visualizzare sugli indici, ovvero l’A/D line. Questo mostra quanti titoli dell’indice in un determinato momento salgono e quanti scendono. Se un trend è forte, è auspicabile che la maggior parte dei titoli debbano salire. Quando si genera divergenza tra prezzo dell’indice e A/D line significa che l’indice è sostenuto solo da pochi titoli. Un segnale di debolezza da non trascurare.

 

Come si evidenzia dal grafico sotto infatti l’A/D line è andato in divergenza sull’indice. Mentre il Ftse Mib faceva un nuovo massimo il 7 novembre, l’indicatore non riusciva a raggiungere il massimo precedente del 3 ottobre. Non solo, l’A/D line ha dato anche un segnale di rottura della trend line rialzista prima dell’indice stesso, dando chiara avvisaglia della debolezza dell’indice stesso. La maggior parte dei titoli dell’indice avevano già virato al ribasso.

Conclusioni

Diversi indicatori evidenziano che l’Indice Ftse Mib sta attraversando una fase di correzione che potrebbe essere più profonda rispetto a quanto visto fino ad oggi.

 

Il trend di lungo periodo rimane comunque rialzista e quella che stiamo vivendo appare per ora una fase di pausa dopo la corsa importante effettuata dall’indice.