La mina Carige fa tremare le banche del Ftse Mib, anche i Btp soffrono

Le novità emerse ieri sul caso Carige continuano a deprimere il comparto bancario che rischia di dover mettere mano al portafoglio per scongiurare il peggio per l’istituto genovese. Dopo il no del consiglio del Fondo interbancario all’offerta avanzata dal fondo Apollo la situazione torna molto complicata e tra le soluzioni che si prospettano c’è quella di un intervento corale di banche, Stato e soci per scongiurare scenari estremi. L’aumento di capitale per mettere in sicurezza l’istituto potrebbe lievitare fino a 750 mln di euro da trovare tra partner pubblici e privati. Il quotidiano Repubblica oggi riaccende la possibilità che una banca si faccia avanti come partner industriale indicando il nome di Ubi Banca, mentre Mps e Bper sembrano fuori gioco.
Ubi Banca smentisce possibile aggregazione, ma titolo continua a soffrire
Repentina la smentita di UBI Banca che questa mattina bolla come “assolutamente destituita di fondamento qualsiasi l’ipotesi aggregativa con Banca Carige”.
Proprio Ubi Banca ieri ha guidato il calo del settore bancario a Piazza Affari risultando la peggiore con -2%. Oggi si ripete lo stesso copione con Bper giù dell’1,55%, -1,61% UBI Banca, -1% Unicredit e Banco Bpm e infine Intesa Sanpaolo che limita i cali a -0,8%.
Anche i Btp soffrono
Nel pomeriggio di ieri a risentire delle novità in arrivo sul fronte Carige sono stati anche i Btp con lo spread che si è allargato di quasi 10 punti base rispetto ai minimi di giornata. Oggi la carta italiana continua a soffrire con rendimento del Btp a 10 anni al 2,17% e lo spread Btp-Bund arrivato a un soffio dai 250 pb. In mattinata è attesa la prima asta del trittico di fine mese con l’offerta di Ctz e Btpei.
Carige, si cerca una nuova soluzione
Il Fondo Interbancario ieri ha deciso di valutare in tempi stretti l’intervento in Carige “con la disponibilità a valutare proposte di intervento che prevedano la partecipazione degli attuali azionisti e di partners pubblici o privati”. Ritorna sullo sfondo l’ipotesi dell’intervento dello Stato per risolvere la crisi della banca. Secondo quanto riporta oggi Il Corriere della Sera, Mediocredito Centrale, istituto al 100% di Invitalia, potrebbe scendere in campo con un investimento di circa 200 milioni di euro per la banca ligure. Un piano alternativo al fondo Apollo, la cui proposta are stata giudicata inadeguata. Anche se ieri, in tarda serata, il fondo americano ha fatto arrivare ai commissari una proposta di intervento, che prevede la partecipazione del Fondo Interbancario e degli attuali azionisti.