Notizie Notizie Italia La Ferrari degli yacht verso Piazza Affari: Ferretti si presenta alla quotazione con zero debiti

La Ferrari degli yacht verso Piazza Affari: Ferretti si presenta alla quotazione con zero debiti

1 Ottobre 2019 13:16

Ferretti si prepara all’approdo a Piazza Affari con zero debiti e tanta voglia di crescere (non solo nel portafoglio prodotti). È partito ufficialmente oggi il periodo d’offerta che si concluderà al 10 ottobre 2019 (salvo proroga o chiusura anticipata) e il debutto ufficiale è previsto per il prossimo 16 ottobre. Il gruppo, leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht e navi da diporto, punta a raccogliere circa 100 milioni di euro.

Non vendiamo sogni ma vendiamo fatti e oggi ci quotiamo con zero debiti“, afferma Alberto Galassi, amministratore delegato del gruppo che conta 8 marchi, tra cui Riva e Wally. Del Gruppo fanno parte anche i brand Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Mochi Craft, CRN, Custom Line. “Il motivo per cui ci quotiamo è per crescere, e farlo in fretta, e fare cose diverse da quelle fatte fino a questo momento“, aggiunge il manager nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’Ipo del gruppo che è presente in più di 70 Paesi nel mondo, con sei cantieri in Italia. I soci attuali, i cinesi di Weichai che hanno investito in Ferretti nel 2012 e Piero Ferrari, figlio di Enzo Ferrari, che è entrato in squadra nel 2016, manterranno il controllo della società e “resteranno perché finora hanno giocato solo il primo tempo, e il bello deve ancora venire”, assicura Galassi sottolineando che “il 2019 è un anno che sta andando meglio del 2018: siamo cresciuti nelle vendite, nel fatturato e anche i prezzi medi sono aumentati con riflessi nella marginalità”.

Ferretti si presenta a Piazza Affari con i conti in crescita. A cominciare dai ricavi che sono passati dai 309 milioni del 2014 ai 609 milioni del 2018 e i primi sei mesi dell’anno sono stati archiviati con un fatturato di 332 milioni (+11,3% rispetto ai 299 milioni del primo semestre 2018). L’Ebitda adjusted è invece passato dai -22 milioni del 2014 ai 53 milioni registrati alla fine dello scorso anno, e nel primo semestre l’Ebitda rettificato è aumento del 25,7% a 30 milioni contro i 24 milioni dell’analogo periodo nel 2018. Indicazioni positive anche dall’order book che si è attestato a 653 milioni nei primi sei mesi del 2019, mostrando un rialzo del 19% rispetto ai 549 milioni del corrispondete periodo nel 2018.

Quanto alle tempistiche Galassi ricorda che la decisione di sbarcare in Borsa è stata presa ufficialmente nel bel mezzo dell’estate. “Perché adesso? I numeri sono brillanti e la strategia ben definita”, racconta il manager sottolineando che “la struttura e i processi c’erano già grazie al socio Weichai”.

 

Dove andranno i proventi dell’Ipo? È ancora Alberto Galassi a raccontare dove verranno destinate queste risorse. “Faremo cose diverse”, precisa l’a.d. di Ferretti che si focalizza su tre punti, tra cui la voce “security”. Nel dettaglio, la strategia di Ferretti verterà su 5 pilatri e iniziative definite anticicliche: puntare sul rinnovo del portafoglio prodotti e finalizzare quello di Wally (marchio di recente acquisizione) che Galassi ha definito una “miniera d’oro”. E ancora puntare all’espansione dell’attività della Ferretti Security Division, con l’a.d. che ha precisato che c’è necessità di pattugliatori veloci e che Ferretti parte con il suo marchio Pershing, e ancora sviluppare servizi per la clientela, come quello di brokeraggio e post-vendita. Da ultimo, seguendo l’esempio di Ferrari, puntare sulla ‘brand extension’.

 

Nel corso della presentazione sono stati affrontati altri due capitoli: quello dei dividendi e quello dell’M&A. Sul fronte fusioni e acquisizioni, Galassi afferma che l’interesse sarà rivolto ad acquisizioni nel mondo dei servizi. Sul fronte della politica dividendi non sono stati forniti dettagli. “Adesso siamo in una fase di investimenti e tutto il 2020 sarà un anno di investimenti, non c’è nessuna guidance”, spiegano dalla società.

Ieri Ferretti ha fissato l’intervallo di valorizzazione indicativa per l’Ipo tra 2,5 e 3,7 euro per azione (corrispondente a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra 727 milioni e 1.076 milioni). L’offerta, finalizzata allo sbarco in Borsa, avrà per oggetto massime 87 milioni di azioni dell’emittente, corrispondenti a circa il 30% del capitale sociale dell’emittente post aumento di capitale. Saranno in gran parte messe in vendita dall’azionista Ferretti International Holding (per massime 40 milioni di azioni) e dall’azionista F Investments (per massime 7 milioni di azioni).

Nell’operazione è prevista, spiega una nota, da parte dell’azionista Ferretti International Holding la concessione di una facoltà di sovra-allocazione e di una opzione per l’acquisto, al prezzo di offerta, di una quota massima pari al 10% delle azioni oggetto di offerta (la cosiddetta opzione greenshoe). E in caso di integrale collocamento delle azioni oggetto di offerta e di integrale esercizio dell’opzione greenshoe, le azioni offerte rappresenteranno complessivamente circa il 33% del capitale sociale dell’emittente post aumento di capitale. Ulteriori azioni ordinarie (non più del 3%) saranno riservate alla sottoscrizione, con uno sconto del 30% rispetto al prezzo di offerta, a dipendenti in posizione chiave o dirigenti apicali e all’amministratore delegato pro tempore.