Notizie Notizie Mondo Jackson Hole: un anno dopo, il QE non sarà più lo stesso

Jackson Hole: un anno dopo, il QE non sarà più lo stesso

26 Agosto 2011 07:33

E’ un misto di cautela e ottimismo l’atmosfera che si respira a Wall Street in attesa dell’importante discorso del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, da Jackson Hole.


La maggior parte degli osservatori si astiene dal formulare attese estreme: un nuovo quantitative easing (l’acquisto di titoli di Stato a lungo termine), sul modello di quello deciso 12 mesi fa è escluso, ma si confida che il numero uno della Fed riuscirà a trovare altre strade per rassicurare i mercati.


L’appuntamento con Bernanke è per le 16.00 ora italiana da Jackson Hole, in Wyoming, dove ogni anno si incontrano i membri della Fed, i governatori delle principali banche centrali mondiali e i rappresentanti del Fondo monetario internazionale.


Un anno fa la Federal Reserve aveva annunciato proprio dalle montagne del Wyoming il cosiddetto Quantitative Easing 2 (QE2) per 600 miliardi di dollari, poi partito tra ottobre e novembre 2010. Da quell’annuncio l’indice S&P500 aveva guadagnato, fino ai massimi del maggio scorso, circa 30 punti percentuali, mettendo fine a una tormentata fase di debolezza.

Oggi la prospettiva appare diversa.


Solo pochi giorni fa il Washington Post avvertiva che coloro l’attesa per l’annuncio di un nuovo grande piano di allentamento quantitativo della Federal Reserve potrebbe andare delusa, spiegando che il presidente della Fed, Ben Bernanke, e gli altri membri del board della Banca centrale considerano l’attuale contesto economico diverso rispetto a quello di un anno fa.


E anche gli operatori non sembrano crederci troppo. Sul mercato è circolato un sondaggio condotto tra gli investitori: solo il 3% si aspetta un vero e proprio QE3, mentre il 50% si limita a dire che la Fed andrà oltre l’annuncio di tassi zero fino al 2013 come già fatto nella sua ultima riunione. Nel mezzo tutta una serie di opzioni.


Alternative che gli analisti hanno peraltro già cominciato a vagliare.


In una nota gli analisti di SocGen hanno chiarito che prima di arrivare a un QE3 la Fed metterà in campo tutte le armi convenzionali e soprattutto degli strumenti meno controversi. In questo senso è considerato più probabile l’innalzamento della duration media dei titoli nel portafoglio della Fed. Un’altra opzione vagliata da SG è la modifica del bilancio della Fed attraverso la promessa di non ridurre la quantità di titoli in portafoglio prima del 2013 o mediante il mantenimento dell’esposizione attuale almeno fino al 2013.

Anche gli analisti di Goldman Sachs hanno spiegato che Bernanke delineerà ulteriori opzioni d’allentamento, e come nel caso di SG ritengono più probabile un cambiamento alla composizione del bilancio della banca centrale piuttosto che una sua espansione. “Se usato aggressivamente, questo approccio può avere un impatto significativo”, spiegano da Goldman. Naturalmente c’è anche l’altra faccia della medaglia: “Basandoci sulle nostre conversazioni con i clienti – hanno aggiunto gli analisti- gli investitori sarebbero davvero molto sorpresi se il discorso (di Bernanke, ndr) non includesse una discussione sull’acquisto di titoli”.