L’Italia ripiomba in recessione, Pil scende dello 0,2% nel secondo trimestre
Ricaduta in recessione per l’Italia che ha visto il Pil scendere anche nel secondo trimestre dell’anno. Il trimestre tra aprile e giugno ha fatto segnare una variazione congiunturale negativa dello 0,2 per cento dopo il -0,1% evidenziato nel primo trimestre. E’ quanto emerso dalla prima lettura relativa all’andamento del Pil nel secondo trimestre dell’anno. Su base annua la variazione è negativa dello 0,3% rispetto al -0,4% del primo trimestre (dato rivisto da -0,5%). Le attese erano invece per una crescita marginale dello 0,1 per cento sia a livello trimestrale che su base annua.
Due trimestri consecutivi in rosso che sanciscono il ritorno in recessione tecnica. L’Italia a fine 2013 era temporaneamente uscita da una striscia di nove trimestri consecutivi di decrescita tra il 2011 e il 2013 che rappresentano la più lunga striscia recessiva dal secondo dopoguerra.
Target crescita per l’intero 2014 già fuori portata
Prima metà dell’anno sottotono che con ogni probabilità, come affermato dallo stesso premier Matteo Renzi, impedirà all’Italia di centrare il target di crescita dello 0,8% indicato dal governo nel DEF; anche il +0,6% stimato dalla Commissione Europea sembra un traguardo difficilmente raggiungibile. Una minore crescita che potrebbe costringere l’Italia a una manovra correttiva in autunno per rispettare i vincoli di bilancio concordati con Bruxelles, anche se da palazzo Chigi hanno rimarcato che non c’è al momento la necessità di una manovra autunnale e “se mai ci fosse bisogno di una manovra, non ci saranno nuove tasse”, ha precisato Renzi settimana scorsa.
Prima metà dell’anno sottotono che con ogni probabilità, come affermato dallo stesso premier Matteo Renzi, impedirà all’Italia di centrare il target di crescita dello 0,8% indicato dal governo nel DEF; anche il +0,6% stimato dalla Commissione Europea sembra un traguardo difficilmente raggiungibile. Una minore crescita che potrebbe costringere l’Italia a una manovra correttiva in autunno per rispettare i vincoli di bilancio concordati con Bruxelles, anche se da palazzo Chigi hanno rimarcato che non c’è al momento la necessità di una manovra autunnale e “se mai ci fosse bisogno di una manovra, non ci saranno nuove tasse”, ha precisato Renzi settimana scorsa.
Nelle scorse settimane il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita per l’Italia prevedendo per quest’anno un Pil in crescita solo dello 0,3% rispetto al +0,6% indicato in aprile. Confermata la crescita all’1,1% nel 2015. Crescita dell’Italia che quest’anno si preannuncia decisamente inferiore rispetto a quella degli altri Paesi dell’eurozona per i quali è previsto un +1,1% medio del Pil 2014 (+1,9% la Germania, +1,2% la Spagna, +0,7% la Francia). Taglio delle stime effettuato anche da Bankitalia che vede la crescita ferma a +0,2% (da 0,7%), mentre Confindustria vede un Pil 2014 piatto.
Meglio delle attese invece la produzione industriale a giugno
Buone notizie invece dalla produzione industriale che ha segnato a giugno un aumento dello 0,9% rispetto al mese precedente, lievemente sopra le aspettative degli analisti ferme a un +0,8%. Nella media del trimestre aprile-giugno la produzione è diminuita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno l’indice è aumentato in termini tendenziali dello 0,4%.
Buone notizie invece dalla produzione industriale che ha segnato a giugno un aumento dello 0,9% rispetto al mese precedente, lievemente sopra le aspettative degli analisti ferme a un +0,8%. Nella media del trimestre aprile-giugno la produzione è diminuita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno l’indice è aumentato in termini tendenziali dello 0,4%.
Padoan scaccia ipotesi manovra correttiva e chiede velocità nelle riforme
La nuova battuta d’arresto dell’economia tricolore preoccupa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che però prima della diffusione dei dati Istat aveva palesato ottimismo per i prossimi trimestri escludendo l’ipotesi di una manovra correttiva. “Sulla crescita in Europa quasi tutti sono messi male, ma noi stiamo sempre peggio di tutti e abbiamo un debito pubblico che non teme confronti – ha detto Padoan in un’intervista concessa al Sole 24 Ore – L’economia stenta a uscire dalla recessione ma rimango convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi trimestri e nei prossimi anni”. Il numero uno di via XX Settembre ha comunque ribadito che l’Italia manterrà il rapporto deficit/pil sotto la soglia del 3% sia quest’anno che nel 2015.
La nuova battuta d’arresto dell’economia tricolore preoccupa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che però prima della diffusione dei dati Istat aveva palesato ottimismo per i prossimi trimestri escludendo l’ipotesi di una manovra correttiva. “Sulla crescita in Europa quasi tutti sono messi male, ma noi stiamo sempre peggio di tutti e abbiamo un debito pubblico che non teme confronti – ha detto Padoan in un’intervista concessa al Sole 24 Ore – L’economia stenta a uscire dalla recessione ma rimango convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi trimestri e nei prossimi anni”. Il numero uno di via XX Settembre ha comunque ribadito che l’Italia manterrà il rapporto deficit/pil sotto la soglia del 3% sia quest’anno che nel 2015.