Italia ripiomba in recessione: Piazza Affari crolla
La recessione fa
paura a Piazza Affari che crolla. Dopo un avvio in calo la Borsa di Milano ha ampliato
le perdite e dopo le 13 il Ftse Mib cede circa il 2,7%, scivolando a 19.508,08 punti (minimo intraday toccato a 19.376,93 punti, minimi dal 6 febbraio 2014).
A innescare la
spirale ribassista è stato il dato sul Pil italiano del secondo trimestre che
ha sancito l’entrata in recessione tecnica del Paese. Nel trimestre tra aprile
e giugno è stato registrato un calo dello 0,2% dopo il -0,1% evidenziato nel
primo trimestre. Si tratta della prima lettura. Su base annua la flessione è
stata dello 0,3% rispetto al -0,4% del primo trimestre (dato rivisto da -0,5%).
Dati che hanno deluso le attese del mercato che indicavano una crescita
marginale dello 0,1 per cento sia a livello trimestrale sia a livello annuo.
Immediate le vendite
sul settore bancario, con molti i titoli che sono stati sospesi nel corso della seduta. La peggiore del comparto è Mps (-6,2%), forti ribassi anche su Ubi Banca che perde oltre il 4 per cento. Crollo verticale anche per il titolo Fiat che paga ancora l’ipotesi di recessi
elevati da parte degli azionisti contrari alla fusione con Chrysler, approvata
a maggioranza dall’assemblea della scorsa settimana. L’azione del Lingotto è congelata
al ribasso e in questo momento segna un tonfo teorico di circa 8,5 punti
percentuali a 6,26 euro.
Sul listino milanese
in rosso profondo anche Atlantia (-4,9%) e Autogrill che perde circa il 4%. Due
le frecce verdi: Tod’s e Pirelli.
“Sono dati
peggiori alle stime già abbastanza deludenti che circolavano nei giorni scorsi.
Il Paese torna così in recessione dopo esserne uscito a fine 2013. Ora gli investitori,
che sin dalla fine del 2013 erano tornati positivi sul nostro Paese, iniziano a
nutrire seri dubbi sulle possibilità di ripresa dell’economia”, commenta
Vincenzo Longo di IG ricordando che “Il deterioramento del sentiment sul
mercato azionario è iniziato già a giugno, quando sono apparsi i primi segnali
di debolezza dell’economia”.
E il ritorno
dell’Italia in recessione impatta negativamente anche sul mercato
obbligazionario con lo spread Btp-Bund che risale. Il differenziale di
rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi ha oltrepassato
la soglia dei 167 punti base.
Piazza Affari è la
peggiore d’Europa, con ribassi nell’ordine del 3%, ma anche gli altri listini
continentali sono in rosso. A Parigi il Cac40 cede l’1,19%, mentre il Dax di
Francoforte lascia sul terreno l’1,45%. Giù anche la Borsa di Londra con il
Ftse 100 che registra un ribasso dell’1,22 per cento. Mentre sullo sfondo
rimangono sempre le tensioni in Ucraina, in mattinata è arrivata anche la
doccia fredda dall’industria tedesca: gli ordini di fabbrica in Germania hanno
registrato a giugno un calo su base mensile del 3,2%, mentre il mercato
indicava un dato in crescita dello 0,9%.
Non mancheranno di
certo i temi di discussione per il consiglio direttivo della Banca centrale
europea che si riunirà domani a Francoforte. “Interessanti saranno i
commenti ai dati odierni che potrebbero arrivare dalla conferenza stampa di
Draghi di domani – osserva Longo – Il mercato punta a velocizzare i tempi per
l’attivazione del quantitative easing. Così come concepito dalla Bce, il timing
però dipenderà dall’esito delle aste TLtro. Insomma gli investitori sembrano
temere che il piano di azione studiato a Francoforte possa richiedere troppo
tempo e non riuscirà a tamponare un’altra frenata dell’economia della zona
euro”.