Italia, Pimco: “rischio default c’è”. Moneta parallela: “se lo ha fatto la California lo può fare anche Roma”
Se lo ha fatto la California, non si vede perchè non possa riuscire a farlo anche l’Italia. Così Andrew Balls, chief investment officer di Pimco, parla della possibilità che l’Italia emetta una moneta parallela all’euro.
Negli anni 2009/2010, oppressa dagli effetti della crisi finanziaria, a corto di liquidità e con le mani legate dai limiti delle leggi federali, la California iniziò di fatto a emettere una moneta parallela in forma di pagherò (IOUs- I owe you), per assicurare l’erogazione dei servizi dello Stato e preservare un livello di cassa tale da poter rimborsare i creditori, evitando dunque il fallimento.
Di moneta parallela si è parlato parecchio in Italia, in concomitanza con l’insediamento del governo M5S-Lega, sulla scia della proposta dei Mini-bot dell’attuale presidente della Commissione bilancio della Camera, l’economista leghista Claudio Borghi.
All’argomento, il Financial Times aveva dedicato un articolo dettagliato, il cui titolo diceva tutto: “March of the mini-BoTs may bring down the euro”, ovvero, “la marcia dei minibot potrebbe affossare l’euro”.
Borghi ha spiegato a più riprese il contenuto della sua proposta, negando tra l’altro il parallelismo – è il caso di dirlo – tra mini-Bot e moneta parallela.
In un’intervista rilasciata a La Verità, gli strumenti erano stati definiti dall’economista un “uovo di Colombo”, ovvero “un sistema intelligente per rendere utilizzabile un credito che per ora non lo è”.
Si tratterebbe in definitiva di strumenti che verrebbero emessi dal Tesoro italiano a favore di persone fisiche e aziende che vantano un credito nei confronti della pubblica amministrazione.
“Hai un credito Iva? Il fisco ti deve dei soldi? Non sei ancora riuscito a incassare gli importi che ti spettano per le ristrutturazioni che hai fatto? Sei una delle tantissime imprese che vantano crediti per lo Stato?” Ecco la ragione dei minibot. Che non sono però affatto una moneta parallela all’euro:
“E chi lo dice, scusi? Già adesso esistono forme di controvalore che i cittadini scambiano e impegnano, normalmente, nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, cos’è un ticket restaurant, se non un titolo garantito con cui si possono comprare delle cose?”
Tornando all’esempio della California, c’è da dire che l’esperimento della moneta parallela non fu proprio un successo visto il rifiuto, nei confronti di questi strumenti, da parte delle banche (alcune banche cambiarono però idea).
Eppure, nello stato americano, la moneta parallela da idea divenne realtà, nel momento in cui, tra l’altro per due anni consecutivi, la California approvò una proposta di legge permettendo ai contribuenti di avvalersi deli IOU per pagare commissioni e tasse dovuti alle casse dello stato.
Nel 2009, questi IOUs circolarono come moneta parallela al dollaro americano, per poi essere riacquistati dallo stato stesso con lo smorzarsi delle tensioni finanziarie. E’ vero che l’esperimento, tuttavia, durò il tempo di qualche mese.
Dell’esempio della California torna parlare Andrew Balls, ricordando che “dopo il 2008 la California si è finanziata in un’altra valuta, e se questo è potuto succedere lì non è ovvio che si debba escludere nel caso dell’Italia”.
Nelle ore successive alla bocciatura della manovra del governo M5S-Lega il responsabile investimenti di Pimco torna a parlare anche del rischio default dell’Italia, che è basso, ma esiste. Così come esiste, seppur modesta, la possibilità che l’Italia finisca con l’emettere una moneta parallela all’euro e con il ridenominare anche il proprio debito pubblico. Balls cita anche la minaccia che il Tesoro che non riesca a finanziarsi sul mercato dei capitali: in questo caso la minaccia viene considerata significativa, ma non elevata.