Notizie Notizie Italia Italia, nuova fase tra debito in salita e Pil in crescita. Mazziero stima un rallentamento di inflazione e del rialzo dei tassi

Italia, nuova fase tra debito in salita e Pil in crescita. Mazziero stima un rallentamento di inflazione e del rialzo dei tassi

6 Dicembre 2022 14:53

Siamo entrati in una nuova fase, caratterizzata da una parte dall’aumento dei tassi della banca centrale europea, cosa che gonfierà sempre di più la spesa per interessi, mentre dall’altro, i vari Paesi dopo due anni di pandemia e quasi uno di crisi energetica si trovano con un livello di debito elevato“. Così inizia il 48° Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani elaborato dalla Mazziero Research che analizza diversi aspetti dell’economia italiana che nonostante tutto “si sta dimostrando molto più resiliente di quanto si potrebbe pensare”.

Debito pubblico, continua la discesa

Da luglio a settembre di quest’anno il debito pubblico italiano è calato, dopo aver raggiunto a settembre i 2.743 miliardi. Ora la Mazziero Research stima un leggero aumento nel mese di ottobre a quota 2.747 miliardi, per poi tornare a scendere sino a fine anno raggiungendo un livello compreso nel range 2.701 e 2.726 miliardi di euro.

Tuttavia, Maurizio Mazziero stima che il debito pubblico “come ogni anno” torni a salire da gennaio per superare quasi sicuramente i 2.800 miliardi di euro entro giugno del 2023.

Guardando invece l’andamento del rapporto Debito/Pil vediamo come il valore scenderebbe dal 150,3% del 2021 al 145,4% dell’anno corrente, anche se da questo punto di vista si stima una diminuzione della velocità di riduzione negli anni a seguire.

Evoluzione del debito pubblico e stime sino a giungo 2023 elaborate dalla Mazziero Research

La Mazziero Research ha osservato un forte aumento delle entrare tributarie nei primi nove mesi del 2022, +37 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2021; ma nonostante questo aumento torna ad ampliarsi la differenza tra le entrate e le uscite rispetto all’anno precedente.

In quest’ottica “due fattori potrebbero ampliare ulteriormente questo divario: da un lato gli interventi del Governo per far fronte al caro energia e dall’altro una crescente spesa per le pensioni e per gli interessi sul debito”.

Titoli di Stato: rendimenti in aumento

Nel 2022 l’ammontare delle emissioni lorde di titoli di Stato, a parte il mese di settembre, sono state inferiori rispetto al 2021 e in tal senso hanno giocato a favore le “minori esigenze di bilancio, ma anche le maggiori entrate tributarie“.

Un aspetto da attenzionare sono i rendimenti medi dei titoli di Stato che quest’anno sono rapidamente saliti, avvicinandosi per i Btp a 10 anni al 4%, un livello anche superato per qualche emissione.
Da questo punto di vista, come osserva Mazziero, “stupisce la velocità con cui sono aumentati i rendimenti dei BOT (linea azzurra), che sono passati in soli sei mesi da un rendimento negativo di quasi mezzo punto percentuale, all’attuale 2,5%”.

Rendimenti medi dei titoli di Stato

Banche centrali verso un rallentamento del rialzo dei tassi

Dagli ultimi interventi dei vari banchieri centrali americani e in primis dalle parole del Presidente FED, Jerome Powell, è emerso che, dopo quattro rialzi consecutivi da 0,75%, potrebbe esserci un rallentamento già a partire dalla prossima riunione di settimana prossima dove adesso si stima un incremento da 0,5%.

Da questo punto di vista anche la Banca Centrale Europea potrebbe seguire questa linea. “La BCE si trova in una posizione alquanto scomoda, in quanto si trova costretta a combattere l’elevata inflazione, cercando allo stesso tempo di non frenare troppo un’economia europea che già da tempo manifesta segni di rallentamento“.

Tuttavia, come osserva Maurizio Mazziero, negli ultimi mesi “la situazione è parzialmente migliorata con un euro che ha già recuperato quasi il 10% sul dollaro dai minimi raggiunti a settembre” a quota 0,9536 e al momento si trova a 1,049.

Per quanto riguarda la prossima riunione del 15 di dicembre, secondo Mazziero, “la BCE potrà permettersi di alzare i tassi dello 0,5%, lasciando tuttavia la possibilità di un rialzo da 75 punti base solo nel caso in cui lo faccia la Fed“.

Nel grafico sotto vediamo il livello dei tassi delle varie banche centrali, indicando con una linea tratteggiata il percorso che si stima potrebbero seguire.
La Fed è attualmente al 4% e la BCE al 2%. In tal senso un incremento di 50 punti base per entrambe le Banche centrali porterebbe i tassi della Fed al 4,5% e al 2,5% per la BCE.

Livello dei tassi di interesse delle principali banche centrali

Bilancia commerciale ancora negativa

Il saldo della bilancia commerciale italiana da diverso tempo (dicembre 2021) presenta valori negativi ma dopo il valore di quasi 8 miliardi di agosto a settembre abbiamo assistito a una riduzione a 6 miliardi.

Nel grafico sotto possiamo vedere con gli istogrammi rossi il valore delle importazioni, mentre in blu abbiamo quello delle esportazioni. Dal grafico possiamo notare che le esportazioni restano sempre ad un livello elevato, mentre le importazioni hanno iniziato un arretramento a partire dal mese di settembre.

Secondo la Mazziero Research “la ragione di questa dinamica è da ricercare nella diminuzione dei prezzi dei beni energetici, cosa che dovrebbe continuare anche nei mesi di ottobre e novembre”.

Ma non solo, è interessante notare “che la bilancia commerciale negativa non ha penalizzato eccessivamente l’andamento del Pil“.

Valori delle importazioni e delle esportazioni dell’Italia con il resto del mondo

PIL italiano si mantiene solido, le stime sono confortanti

L’Istat ha confermato un PIL del 3° trimestre allo 0,5%, un valore che ci permetterebbe, anche con una variazione nulla al 4° trimestre, una crescita annua al 3,9%. Sebbene in questi mesi abbiamo avuto diversi timori di recessione, ma come osserva Mazziero, “al momento non abbiamo ancora avuto segnali chiari di recessione“.

Secondo la Mazziero Research, “se prendiamo come riferimento i valori di crescita del 2° e del 3° trimestre di quest’anno possiamo riscontrare un’economia solida che probabilmente ha tratto beneficio sia dai bonus nel settore dell’edilizia, sia dal calmieramento parziale dei costi energetici”. Tuttavia, queste misure se da una parte “hanno sostenuto le attività, dall’altra hanno pesato sulle finanze pubbliche”.

Per quanto riguarda il 2022 “basterebbe un 4° trimestre con un progresso dello 0,3% per chiudere l’anno con un progresso del 4,0%; mentre sarebbe sufficiente un progresso dello 0,2% nel 2° e 3° trimestre del 2023 per ottenere un risultato annuo pari allo 0,8%”, un valore che corrisponde alla stima della Mazziero Research.

Nel grafico sotto possiamo vedere l’andamento trimestrale del Pil di quest’anno e la stima per il 2023.

Stima evoluzione trimestrale del Pil e variazione annuale

Mercato del lavoro ancora tonico

Buon andamento per il mercato del lavoro continua a mantenere una buona tonicità. In tal senso, “da inizio anno i nuovi posti di lavoro sono poco meno di 353 mila, mentre i disoccupati sono diminuiti di quasi 238 mila unità“.
Buona notizia anche sul fronte degli inattivi, che nel solo mese di ottobre sono diminuiti di oltre 60 mila unità; mentre da inizio anno gli inattivi sono scesi di quasi 230 mila unità.