Notizie Certificates L’Italia non è più solo BTP, secondo Grosset (Spectrum) gli investitori sono pronti al cambiamento

L’Italia non è più solo BTP, secondo Grosset (Spectrum) gli investitori sono pronti al cambiamento

27 Giugno 2023 17:54

La cultura dell’investimento in Italia, a lungo contraddistinta da una sorta di “patriottismo degli investimenti”, si traduce nella ricerca di soluzioni il più possibile sicure e nella risaputa preferenza per strumenti come i titoli di Stato (la recente offerta di BTP, infatti, ha riscosso un enorme successo e generato una domanda da record, confermando tale tendenza).

Tuttavia l’analisi di Christophe Grosset, European Sales Director di Spectrum Markets, vuole andare oltre questa visione, per concentrarsi sui nuovi aspetti che stanno ridefinendo i profili degli investitori e il panorama degli investimenti nel Paese: quanto emerge è che gli italiani stanno esprimendo un nuovo e più ampio interesse anche per altri tipi di bond e strumenti, compresi quelli strutturati, come dimostra ad esempio l’aumento di popolarità del settore degli investment certificates.

Gli italiani preferiscono solo i BTP?

Ogni mercato europeo ha le sue peculiarità, e l’Italia non fa eccezione. La cultura dell’investimento in Italia, secondo Grosset, riposa su alcune tendenze ben radicate, sintetizzabili in una lunga tradizione di risparmio e nella ricerca di soluzioni il più possibile “sicure”. Da qui, la risaputa preferenza degli italiani per strumenti come i titoli di Stato, considerati una scelta affidabile e in grado di garantire rendimenti stabili nel tempo. Nel 2022, per esempio, il 75% dei 21 miliardi di euro raccolti dall’Italia attraverso l’emissione di BTP indicizzati all’inflazione è andato agli investitori al dettaglio. Non stupisce, quindi, come l’offerta più recente di titoli di Stato italiani alla fascia retail abbia attirato una grande attenzione, generando una domanda da record (come già avvenuto con il BTP Italia nel marzo 2023) e alimentando così proprio la teoria del “patriottismo degli investimenti” come un modello squisitamente italiano.

Questa narrazione, secondo Grosset, rischia però di essere limitante e di non considerare i nuovi aspetti che stanno ridefinendo i profili degli investitori e il panorama degli investimenti nel Paese. L’acquisto di un BTP con un rendimento interessante è un’operazione semplice, che rientra di fatto nelle preferenze degli italiani. Ancora di più dopo che il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali ha aumentato l’appetibilità di questi strumenti.

Tuttavia, si legge nell’analisi, è sempre più evidente un interesse più ampio anche per altri tipi di bond e strumenti, compresi quelli strutturati. A testimonianza di ciò, l’aumento di popolarità del settore degli investment certificates che ha visto il mercato italiano registrare il miglior risultato di sempre nel primo trimestre di quest’anno, con volumi complessivi di sottoscrizione che, secondo i dati ACEPI, hanno superato i 5.500 milioni di euro. Questa tendenza ha iniziato a prendere piede dopo la crisi del 2008, con la scomparsa dei tassi di interesse e con la necessità di trovare nuove fonti di rendimento, cosa che ha portato a un’espansione della gestione patrimoniale e a una progressiva evoluzione degli investitori individuali, in Italia e all’estero, che sono diventati molto più sofisticati.

Due fattori limitanti

Da qui l’esigenza di avere accesso a strumenti più elaborati e a servizi più personalizzati, resi possibili dall’avanzamento tecnologico e normativo. Questo fenomeno ha coinvolto anche l’Italia, dove, però, ha dovuto fare i conti con un’infrastruttura e con canali di distribuzione ancora poco flessibili e, soprattutto, costosi.

Da un lato, si legge nell’analisi, in Italia esiste una sola borsa valori che adotta regole di quotazione complesse e procedure lente. La competizione porta a miglioramenti, per le aziende e per gli investitori, sotto forma di innovazione e di una riduzione dei costi. Al contrario, una partita a giocatore unico non dà stimoli. E in questo campo da gioco si è finito per danneggiare la domanda e l’offerta, causando un calo dei prezzi delle azioni delle aziende consolidate, che potrebbero considerare il delisting e il trasferimento altrove.

Dall’altro, secondo Grosset, l’Italia è patria di un modello dove le banche e i consulenti finanziari dominano il canale della distribuzione. Ma la consulenza non è gratuita: una relazione dell’ESMA pubblicata lo scorso anno ha rilevato che l’Italia ha le commissioni più alte per azioni e prodotti strutturati in Europa, con la maggior parte dei costi attribuibili proprio alla rete di distribuzione. Per essere disposti a pagare per un servizio, se ne deve percepire il valore aggiunto, e la criticità nasce dal fatto che c’è una conoscenza prevalentemente limitata delle caratteristiche della consulenza, che frena molti investitori dal pagare per un servizio di cui non comprendono appieno il contenuto e i vantaggi (secondo un recente rapporto della Consob, solo il 26% degli investitori individuali italiani dichiara di avvalersene, mentre la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di ritenerla superflua per piccoli investimenti o strumenti semplici, anche in ragione dell’alto costo associato).

Una possibile soluzione

Secondo Grosset, è quindi necessario semplificare e accelerare i vari processi (dalla quotazione alla negoziazione) e ripensare alla consulenza nell’ottica di una maggiore personalizzazione dei servizi. Non solo nuovi strumenti, opportunità di trading e servizi informativi, ma anche nuovi modelli di distribuzione delle commissioni adatti a investitori in evoluzione.

Il profilo dell’investitore cambia, l’infrastruttura non può rimanere inerte. In questo nuovo contesto si inserisce Spectrum Markets, che mira a creare una sinergia tra legacy e innovazione, grazie a un’infrastruttura plug and play che permette ai distributori italiani di connettersi molto facilmente e di fornire quindi ai loro clienti un accesso semplice all’investimento in prodotti strutturati. Il tutto, conclude Grosset, in un ambiente completamente regolamentato, trasparente e altamente liquido.