Italia: nel decreto anti-crisi entrano anche le modifiche a età pensionabile
Novità nel decreto anticrisi con due nuovi emendamenti riguardanti le pensioni. Uno riguarda l'aumento dell'età pensionabile per le lavoratrici pubbliche. Non è una sorpresa il contenuto della riforma - pronta da mesi, e imposta dalla Corte di Giustizia Ue e dalla minacciata procedura di infrazione ai danni dell'Italia - ma lo è il fatto che sia stata inserita in un decreto legge. Dal 2010 l'età per la pensione delle dipendenti pubbliche aumenterà subito a 61 anni. Il secondo scatto a quota 62 anni ci sarà il primo gennaio 2012, fino ad arrivare nel 2018 alla parità con gli uomini e a un generale pensionamento a 65 anni. I risparmi - dice l'emendamento predisposto dal governo - verranno destinati al finanziamento del welfare per gli anziani non autosufficienti.
Il ministro del Lavoro Sacconi ha poi inserito, sempre nel decreto legge anti-crisi, una norma che sposterà in avanti di tre mesi, a partire dal 2015, la finestra per poter andare in pensione. La «finestra mobile» serve per adeguare i requisiti di età anagrafica per l'accesso delle pensioni all'incremento della speranza di vita calcolato dall'Istat. In pratica, ogni cinque anni, a partire dal 2015, l'Istat calcolerà se c'è stato un aumento della speranza di vita degli italiani nel quinquennio precedente.
Il ministro del Lavoro Sacconi ha poi inserito, sempre nel decreto legge anti-crisi, una norma che sposterà in avanti di tre mesi, a partire dal 2015, la finestra per poter andare in pensione. La «finestra mobile» serve per adeguare i requisiti di età anagrafica per l'accesso delle pensioni all'incremento della speranza di vita calcolato dall'Istat. In pratica, ogni cinque anni, a partire dal 2015, l'Istat calcolerà se c'è stato un aumento della speranza di vita degli italiani nel quinquennio precedente.