Notizie Dati Macroeconomici Italia: CSC, fattori statistici hanno zavorrato la produzione industriale a gennaio, a febbraio stimata crescita dello 0,4%

Italia: CSC, fattori statistici hanno zavorrato la produzione industriale a gennaio, a febbraio stimata crescita dello 0,4%

10 Marzo 2015 18:22

Nonostante l’inattesa battuta d’arresto registrata a gennaio, la produzione industriale del Bel Paese è pronta a ripartire. È quanto emerge dalle stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria. Dopo l’inatteso calo registrato nel primo mese dell’anno, gli esperti del CSC per febbraio si attendono un incremento congiunturale della produzione industriale italiana dello 0,4%.

I dati diffusi oggi dall’Istat hanno evidenziato una contrazione mensile dello 0,7%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice diminuisce in termini tendenziali del 2,2% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di gennaio 2014).

“Il dato negativo di gennaio è stato inferiore alle stime CSC e a quelle di consenso (che puntavano a +0,2%) e si è mosso in direzione opposta rispetto a quanto segnalavano gli indicatori qualitativi e quantitativi disponibili (fiducia Istat, Pmi Markit, immatricolazioni di auto)”, si legge nella nota del CSC. Il segno meno registrato a gennaio, arrivato dopo due incrementi consecutivi (+0,3% in novembre e +0,4% in dicembre), “potrebbe essere riconducibile, in parte, a un problema statistico legato al calendario: nella prima settimana di gennaio, infatti, erano possibili due ponti (venerdì 2 e lunedì 5) e i dati sui consumi elettrici dicono chiaramente che l’attività produttiva ne è stata negativamente influenzata”.

Secondo il Centro Studi “un giorno di lavoro in meno nel mese comporta circa 3 punti percentuali di differenza sulla variazione rispetto a un anno prima; ma i programmi statistici di destagionalizzazione correggono solo per il numero di giornate lavorative del calendario ufficiale e non per i giorni effettivamente lavorati”.

Al netto quindi del brusco stop, “l’intonazione del trimestre rimane comunque positiva” e a febbraio potremmo assistere a “un rimbalzo dell’attività anche più forte di quello stimato”. Questo perché “il Pmi manifatturiero è salito di due punti, a 51,9 (massimo da luglio 2014), ben al di sopra delle attese che puntavano a 50,2” e “tutte le componenti hanno mostrato significativi progressi: quella della produzione, in particolare, è aumentata di 2,9 punti (a 54,1, massimo da otto mesi); per la prima volta da ottobre scorso i nuovi ordini segnalano un incremento (51,2 da 47,8), che è stato sostenuto anche dalla domanda interna, sebbene quella estera sia in forte accelerazione rispetto al mese precedente (+2,3 punti, a 55,2)”.