Italia: costo debito mai così basso grazie a Draghi, con spread a 130 tesoretto da 10 mld
L’effetto Draghi continua a farsi sentire sui titoli di Stato dell’eurozona i cui rendimenti hanno raggiunto i nuovi minimi storici. L’azione annunciata giovedì scorso dalla Bce – con un nuovo taglio del costo del denaro, tassi sui depositi in negativo per la prima volta, e nuova liquidità offerta alle banche sotto forma di prestiti a lungo termine per un ammontare iniziale di 400 miliardi di euro – sta alimentando gli afflussi verso i titoli di Stato dell’area con conseguente calo del costo del finanziamento del debito per gli Stati dell’Eurozona.
Il rendimento del Bonos decennale spagnolo è sceso fino al 2,57%. Per la prima volta dal 2010 il rendimento del decennale spagnolo risulta inferiore a quello del Treasury statunitense che è in area 2,60%.
Poco distante l’Italia con il Btp decennale che questa mattina si mantiene nei pressi dei minimi storici in area 2,70%. Lo spread BTP/Bund viaggia a quota 135 punti base dai 132 pb della chiusura della vigilia che rappresenta il livello più basso dall’aprile 2011.
Poco distante l’Italia con il Btp decennale che questa mattina si mantiene nei pressi dei minimi storici in area 2,70%. Lo spread BTP/Bund viaggia a quota 135 punti base dai 132 pb della chiusura della vigilia che rappresenta il livello più basso dall’aprile 2011.
In tre anni possibili risparmi sui spesa interessi per 10 mld di euro
Lo spread ai minimi a oltre tre anni, con contestuale calo del rendimento offerto da Bot e Btp, si traduce in un rapido calo spesa per interessi sostenuta dallo Stato italiano. Secondo quanto stimato dal Centro Studi di Unimpresa lo stabilizzarsi della spread tra btp italiani e bund tedeschi in area 130 punti base potrebbe creare un tesoretto per i conti pubblici del Paese di quasi 10 miliardi di euro in tre anni. Nel primo anno, si otterrebbe un risparmio, sul versante della spesa per interessi sul debito statale, pari a 1,8 miliardi, nel secondo anno il vantaggio salirebbe a 3,6 miliardi e poi a 4,5 miliardi il terzo anno.
Lo spread ai minimi a oltre tre anni, con contestuale calo del rendimento offerto da Bot e Btp, si traduce in un rapido calo spesa per interessi sostenuta dallo Stato italiano. Secondo quanto stimato dal Centro Studi di Unimpresa lo stabilizzarsi della spread tra btp italiani e bund tedeschi in area 130 punti base potrebbe creare un tesoretto per i conti pubblici del Paese di quasi 10 miliardi di euro in tre anni. Nel primo anno, si otterrebbe un risparmio, sul versante della spesa per interessi sul debito statale, pari a 1,8 miliardi, nel secondo anno il vantaggio salirebbe a 3,6 miliardi e poi a 4,5 miliardi il terzo anno.
Tesoretto salirebbe a 19,5 mld con spread a 90 pb
Ben diverso il quadro se il calo del differenziale continuasse a questo ritmo. Se, a esempio, lo spread scendesse complessivamente di 100 punti rispetto ai 190 indicati nelle previsioni del governo, cioè giù fino a quota 90 punti, il tesoretto per le finanze statali, sempre su base triennale, salirebbe a 19,5 miliardi così suddivisi: 3 miliardi il primo anno, 6 miliardi il secondo anno e 7,5 miliardi il terzo.
Ben diverso il quadro se il calo del differenziale continuasse a questo ritmo. Se, a esempio, lo spread scendesse complessivamente di 100 punti rispetto ai 190 indicati nelle previsioni del governo, cioè giù fino a quota 90 punti, il tesoretto per le finanze statali, sempre su base triennale, salirebbe a 19,5 miliardi così suddivisi: 3 miliardi il primo anno, 6 miliardi il secondo anno e 7,5 miliardi il terzo.
“I soldi che lo Stato riuscirà a risparmiare sul fronte della spesa per interessi, vanno destinati senza indugi all’abbattimento delle tasse”, rimarca il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Se la Bce ha fatto la sua parte con misure importanti sul versante del credito bancario alle imprese – continua Longobardi – ora spetta al governo di Matteo Renzi agire sul terreno di sua competenza, quello fiscale, intervenendo con tagli decisi al peso dei tributi”.
Domani asta Bot dovrebbe confermare rendimenti ai minimi
L’effetto Bce si farà sentire già domani nella prima asta del mese di giugno. Il Tesoro italiano ha in programma l’emissione di Bot annuali per un ammontare pari a 6,5 miliardi di euro (Il 13 giugno scadranno Bot annuali per 7 miliardi di euro). I tassi di assegnazione sono attesi in deciso calo dallo 0,65% dello scorso mese.
L’effetto Bce si farà sentire già domani nella prima asta del mese di giugno. Il Tesoro italiano ha in programma l’emissione di Bot annuali per un ammontare pari a 6,5 miliardi di euro (Il 13 giugno scadranno Bot annuali per 7 miliardi di euro). I tassi di assegnazione sono attesi in deciso calo dallo 0,65% dello scorso mese.
Giovedì 12 giugno saranno invece collocati Buoni ordinari del tesoro (Btp) a 3, 7 e 30 anni per 6,5-8,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, saranno offerti Btp a 3 anni per 3-3,5 miliardi, titoli a 7 anni per 3-4 miliardi e trentennali per 0,5-1 miliardo.