Italia: per Confindustria le turbolenze non sono ancora finite, a pesare l’incognita sulle elezioni

“Per l’Italia le turbolenze non sono finite. Il quadro resta, da tempo ormai, condizionato dalle incognite sulla composizione del Parlamento che uscirà tra pochi mesi dalle elezioni“. È l’avvertimento che lancia il Centro Studi di Confindustria nella sua congiuntura flash. Nonostante “le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insu”, secondo CsC ” il clima di fiducia rimane ai minimi e il ‘meno peggio’ estivo”. Questo, a detta del Centro Studi si potrebbe tradurre “in una flessione più marcata in autunno, complice il deterioramento nel resto della Ue”. “Tuttavia, la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo e l’indice anticipatore Ocse predice la graduale attenuazione della riduzione del Pil nei prossimi trimestri”.
“L’attività industriale – prosegue il CsC di viale dell’Astronomia – è stimata diminuire dello 0,6% in ottobre, dopo il calo di settembre (-1,0%) che ha corretto il rimbalzo anomalo di agosto (+1,7%). L’incremento del terzo trimestre (+0,2% sul secondo) è il primo da un anno” anche se il quarto trimestre “parte con un’eredità negativa (-0,7%)”.
Ma non è tutto. “Lo spread – segnala il Centro Studi – è però ancora ampio e alti sono i livelli dei tassi. Le banche italiane faticano a emettere obbligazioni, calano raccolta interbancaria e depositi dall’estero”. “Per la ripresa serve lo sblocco del credito, che invece si riduce: in Italia -0,5% in agosto su luglio, -3,2% dal settembre 2011”.
Il Consiglio da parte del Centro Studi è per una mossa concreta da parte della Bce sui mercati, come hanno fatte le altre banche centrali, andando oltre gli annunci: “A metà settembre la Fed ha deciso nuovi acquisti di titoli e in Giappone il piano di intervento è stato allargato a 91 trilioni di yen”.