Italia, Confindustria: “economia va meglio delle attese”, ma bisogna proseguire lungo strada riforme
Dopo l’Ocse, anche Confindustria guarda con fiducia all’economia italiana. “L’economia italiana va meglio delle aspettative. È indispensabile cogliere l’opportunità di innalzare il potenziale di crescita del Paese offerta da fattori molto favorevoli“, afferma l’ufficio studi di Confindustria (Csc) nella consueta congiuntura flash spronando, tuttavia, il Belpaese a continuare a percorrere la via delle riforme. “Solo proseguendo lungo la strada delle riforme si potrà chiudere il divario di crescita e, soprattutto, aumentare sensibilmente occupazione e reddito degli italiani“, avvertono i tecnici di viale dell’Astronomia.
Confindustria ricorda che dopo la stagnazione nel quarto trimestre 2014, il Pil italiano è aumentato dello 0,3% nei primi tre mesi del 2015, portando a +0,2% l’acquisito per il 2015. Gli indicatori congiunturali coincidenti e anticipatori delineano un’accelerazione della ripresa fin dal trimestre in corso. Nell’analisi mensile il Centro studi di Confindustria stima “incrementi congiunturali della produzione industriale in aprile (+0,3%) e in maggio (+0,1%), che portano a +0,8% la variazione acquisita nel secondo trimestre”. E “l’incremento del Pil nel primo trimestre, più alto delle stime di Confindustria, rende possibile raggiungere nel 2015-16 risultati superiori alle previsioni prevalenti”.
“L’accelerazione già dalla primavera è nelle carte delle spinte esterne (cambio, tassi, petrolio, ripresa statunitense e nel resto dell’Eurozona) ed è confermata dagli indicatori disponibili – spiega l’associazione degli industriali – Ciò aiuta la fiducia e, dunque, consolida il miglioramento. I progressi congiunturali non vogliono dire che le gravi conseguenze della crisi spariscano né fanno dell’Italia un’economia dinamica: la performance rimane inferiore a quelle tedesca, spagnola, inglese e, perfino, francese”.
Per Confindustria, però,”il ritardo rispetto a quanto necessario resta ampio, nonostante il grande sforzo in atto abbia già dato importanti risultati” e indica gli elementi da tenere in considerazione. “Innanzi tutto, la finestra internazionale propizia è temporanea; gli altri paesi non stanno immobili, ma sono un cantiere aperto di cambiamenti. Quindi per recuperare terreno bisogna operare a velocità superiore alla loro”, spiega l’associazione ricordando che “la Grecia rappresenta il rischio più immediato dello scenario: l’esito del braccio di ferro è sempre più incerto e un incidente di percorso più probabile. Per ora i mercati finanziari sono stati colpiti solo in piccola misura dal contagio, grazie anche al cordone sanitario eretto dalla Bce. Un default ellenico danneggerebbe le banche pure altrove, penalizzandone un’altra volta la capacità di dare credito. La fiducia di famiglie e imprese ne risentirebbe“. Non sembra saggio – conclude il Csc – provare a vedere l’effetto che fa.