Notizie Notizie Italia Italia colloca titoli di Stato per 4,5 mld, l’effetto Fed fa schizzare i rendimenti dei Ctz

Italia colloca titoli di Stato per 4,5 mld, l’effetto Fed fa schizzare i rendimenti dei Ctz

25 Giugno 2013 09:48

Fa il pieno la prima delle tre aste di titoli di Stato in programma questa settimana. Il Tesoro ha allocato CTZ e Btpei per 4,5 miliardi di euro con un notevole aumento dei rendimenti, in particolare quello del CTZ biennale si è più che raddoppiato rispetto ai minimi storici di un mese fa balzando ai massimi dal settembre scorso. Domani sarà il turno dell’asta di Bot a 6 mesi per 8 mld di euro.

CTZ 2015 assegnato al 2,4%, domanda sostenuta per i Btp indicizzati all’inflazione
Il Ministero dell’Economia ha collocato Certificati di credito del Tesoro “zero coupon” (CTZ) con scadenza giugno 2015 per 3,5 miliardi di euro, al top della forchetta prevista che era tra 2,5 e 3 mld di euro. Il rendimento di assegnazione è stato pari al 2,405%, più che raddoppiato rispetto all’1,113% dell’asta di un mese che aveva segnato il rendimento più basso dall’introduzione nell’euro nel 1999. Crescita dei rendimenti che era ampiamente attesa dal mercato in scia al generalizzato sell-off dai titoli obbligazionari governativi a seguito dell’annuncio dell’avvio dell’exit strategy da parte della Federal Reserve che gradualmente dalla fine di quest’anno intende iniziare a ridurre gli acquisti di bond. A incidere sull’aumento del tasso di assegnazione del CTZ ha contribuito anche la nuova scadenza che è al 30/06/2015 rispetto al dicembre 2014 di quello assegnato a fine maggio. Si mantiene sostenuta la domanda. Il tasso di copertura (bid-to-cover) è stato di 1,48 volte, in lieve diminuzione dall’1,57 fatto segnare nell’asta del mese scorso.
“Buoni segnali dalla domanda – rimarca Vincenzo Longo, market strategist di IG – visto che il rapporto di copertura è rimasto sostanzialmente stabile, nonostante il Tesoro abbia collocato 1 miliardo in più rispetto all’asta di maggio”.
Assegnati anche Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all´inflazione dell’eurozona (Btpei) con scadenza settembre 2018 per 510 milioni di euro e con scadenza settembre 2026 per 490 mld, al top della forchetta prevista che era tra 0,5 e 1 mld. Il Btpei 2018 è stato assegnato al rendimento del 2,19% con bid-to-cover pari a 2,32, mentre il Btpei 2026 al rendimento del 3,75% con bid-to-cover pari a 2,46. 

Balzo dei rendimenti anche in Spagna
Asta statale anche in Spagna con l’allocazione di titoli di Stato a breve termine per 3,08 miliardi di euro. Madrid ha allocato titoli a nove mesi per 2,15 miliardi di euro al rendimento medio dell’1,441%, quasi raddoppiato rispetto allo 0,789% dell’asta di titoli con analoga durata tenuta un mese fa. Allocati anche titoli a 3 mesi per 930 milioni di euro al rendimento medio dello 0,869%, in deciso aumento dallo 0,331% della precedente asta di titoli con analoga durata tenuta a maggio.

Domani tocca al Bot semestrale, giovedì i Btp a 5 e 10 anni
Subito un nuovo test per l’Italia domani con l’emissione di Bot semestrali per 8 mld di euro. Seguirà poi giovedì l’asta di Btp a 5 anni e Btp decennali per 2-2,5 miliardi di euro ciascuno. Lo ha annunciato il Ministero dell’Economia in una nota. Il quinquennale presenta una cedola annua del 3,5% mentre il titolo a 10 anni il 4,5%.
Intanto ieri il Tesoro ha reso noto che nel terzo trimestre dell’anno emetterà nuovi Btp a 3 anni (scadenza 15/11/2016) per un ammontare minimo di 9 miliardi di euro e nuovi Btp decennali (scadenza 01/03/2024) per un ammontare minimo di 12 miliardi. Durante il terzo trimestre potranno essere altresì emessi ulteriori nuovi titoli sulla base delle condizioni di mercato. Saranno inoltre offerte ulteriori tranche di titoli già in corso di emissione: BTP 15/05/2016 cedola 2,25%; BTP 01/06/2018 cedola 3,50%; BTP 01/05/2023 cedola 4,50% e CCTeu 01/11/2018. Infine, sempre in relazione alle condizioni di mercato, il MEF si riserva la facoltà di offrire ulteriori tranche di titoli a medio e lungo termine, nominali – a tasso fisso e variabile (CCTeu) – e indicizzati all’inflazione, ivi inclusi i titoli non più in corso di emissione, per assicurare l’efficienza del mercato secondario.