Italia: anche DBRS porta il giudizio in serie B
A conclusione del processo di revisione del rating sovrano iniziato ad agosto, l’agenzia DBRS Ratings Limited ha annunciato di aver ridotto la valutazione sulla Repubblica italiana a “BBB” (alto) con trend stabile dal precedente “A” (basso). Confermata la valutazione di breve a “R-1” (basso) con Trend stabile.
Nonostante la decisione fosse attesa alla luce della vittoria del No nel referendum costituzionale, le notizie arrivate negli ultimi giorni (produzione industriale ed evoluzione della situazione bancaria) avevano favorito l’ottimismo in qualche commentatore.
L’agenzia canadese era l’unica che ancora manteneva un giudizio “A” sul nostro Paese: per Moody’s il nostro merito di credito è “Baa2” (outlook negativo), Standard & Poor’s ci valuta “BBB-“ (outlook stabile) e Fitch invece “BBB+” (prospettive negative).
“La misura –riporta il comunicato emesso da DBRS – rispecchia una combinazione di fattori tra cui l’incertezza sulla capacità politica di portare avanti gli sforzi connessi alle riforme strutturali e la prolungata debolezza del comparto bancario, in un contesto di crescita debole”.
Inoltre, DBRS ritiene che, “alla luce della bocciatura delle riforme costituzionali nel referendum […] e delle conseguenti dimissioni del primo ministro Renzi, il nuovo governo ad interim potrebbe avere minori spazi di manovra per far approvare nuovi provvedimenti” e questo finisce inevitabilmente “per limitare le prospettive di crescita”.
Dal fronte istituti di credito, “il livello dei non-performing loans (NPLs) si conferma particolarmente elevato andando a condizionare la capacità del sistema bancario di sostenere l’economia”. Nel complesso, “una bassa crescita ha comportato ritardi persistenti nel processo di riduzione del rapporto tra debito e Pil lasciando il Paese esposto a shock negativi”.
Alla riapertura dei mercati andrà testata la reazione degli operatori poiché, anche se attesa, la mossa di DBRS sembrerebbe destinata ad incrementare la pressione sulla carta italiana. Inoltre, il declassamento potrebbe spingere la Banca Centrale Europea ad innalzare l’haircut sui bond sovrani del Bel Paese usati come collaterali dalle banche per ottenere liquidità dall’Eurotower. Alla BCE bastava la “A” di DBRS per applicare le condizioni di miglior favore al debito italiano, ora invece la discesa in serie B comporta una trattenuta decisamente maggiore.