Italia: -10,8% per le immatricolazioni di auto ad aprile. Fiat fa peggio del mercato. Gli operatori in attesa di misure di sostegno
Andamento simile anche per il dato relativo i primi quattro mesi dell’anno in cui le immatricolazioni di auto nuove sono scese del 12,3% rispetto al 2012 mentre i trasferimenti di proprietà di auto usate hanno evidenziato un incremento di un punto e mezzo percentuale.
“Il dato nudo e crudo non rende giustizia alla sua drammaticità”, ha detto Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’Associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia. “Se verrà confermato questo trend -continua Pavan Bernacchi- l’anno potrebbe chiudersi attorno a 1.100.000 unità. Il che significherebbe 900.000 pezzi in meno rispetto alla soglia minima di sopravvivenza della filiera indicata dai maggiori analisti intorno ai 2.000.000 di pezzi”.
La raccolta ordini torna positiva
Da un primo scambio di informazioni fra l’Unrae (l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia) e l’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), “la raccolta ordini registra per la prima volta dopo molti mesi un segno positivo: oltre il 4% in più e circa 117.000 contratti, che portano il 1° quadrimestre a chiudere intorno a 464.000 unità, riducendo la flessione a quasi il 14% rispetto allo stesso periodo del 2012″.
È il momento di far ripartire la filiera
“Al Presidente del Consiglio Letta, ai suoi nuovi Ministri dell’Economia Saccomanni, del Lavoro Giovannini, dello Sviluppo Economico Zanonato e dei Trasporti Lupi, chiediamo di agire mettendo al più presto intorno al tavolo i rappresentanti di tutta la filiera automobilistica”, ha detto Pavan Bernacchi.
Gli fa eco Massimo Nordio, neo Presidente dell’Unrae. “Il mondo dell’auto – ha detto Nordio – guarda con speranza all’attività del nuovo Governo e auspica che il settore possa trovare una ripresa attraverso le azioni che sono state annunciate a sostegno dell’economia, dell’occupazione e soprattutto di revisione del peso fiscale su famiglie ed imprese”.