Investimenti sotto l’ombrellone: caccia aperta ai corporate bond
Se anche uno come l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, riserva parole di zucchero per questa tipologia d’investimento bisognerà proprio ricredersi e dare un’occhiata. “Con i tassi che ci sono in giro in questi giorni le emissioni di obbligazioni di imprese non bancarie, ossia i corporate bond, sono un affarone”, ha detto qualche settimana fa il top manager del Lingotto.
E che il mercato abbia fiutato l’aria è lampante: in Europa, secondo gli ultimi dati Dealogic, il volume raggiunto dalle emissioni è da capogiro, ossia 605 miliardi di euro, con un’accelerazione impressionante a giugno. Se si allarga l’analisi al mondo la cifra diventa ancora più importante: 525,76 miliardi.
In Italia Eni, Banca Popolare di Milano, Enel, Unicredit hanno tutte sfruttato questa corsa da parte del pubblico alle emissioni, lanciando bond che sono andati esaurito in un baleno. E sul mercato adesso si vocifera che la prossima a cavalcare l’onda potrebbe essere Fiat con una emissione da un miliardo di euro.
L’ultimo cartellino l’ha timbrato Finmeccanica facendo il tutto esaurito con un bond Usa. La società della difesa italiana affronta per la prima volta i mercati americani obbligazionari con un bond da 800 milioni di dollari, emesso attraverso la holding finanziaria Meccanica Holding Usa.
E detto fatto il bond riservato agli investitori istituzionali ha ricevuto un book di ordini da capogiro: l’operazione ha, infatti, registrato una domanda per un valore che ha superato di oltre tre volte l’ammontare offerto. Un successo che la dice lunga sulla fame di porti sicuri che offrano alti rendimenti che c’è sul mercato.