Inversione curva tassi in Usa e Uk, cosa ci dice? Paura sui mercati e rifugio nei bond (compresi i BTp)
Curve dei rendimenti invertite negli Stati Uniti e nel Regno Unito. La vigilia di Ferragosto vede materializzarsi uno dei timori più sentiti dagli investitori. Infatti, l’inversione della curva dei tassi in genere segnala che una recessione è all’orizzonte.
E’ un po’ il cane che si morde la coda. I deboli segnali arrivati oggi soprattutto da Cina e Germania hanno nuovamente innescato la corsa ai beni rifugio, in primo luogo i titoli di Stato dei paesi core e sulle scadenze più lunghe. Così le curve di rendimento si sono capovolte in Usa e UK per la prima volta dal 2007: il divario tra i rendimenti a due e dieci anni è quindi sceso sotto lo zero su entrambe le sponde dell’Atlantico.
I rendimenti statunitensi a 10 anni sono scesi all’1,60%, mentre quelli sui titoli del Tesoro a due anni sono scesi in maniera meno marcata all’1,61%. Parallelamente i rendimenti trentennali sono scesi al minimo storico. Nel Regno Unito, i rendimenti dei Gilt a 10 anni sono scesi di due punti base allo 0,475%, mentre quelli dei titoli a due anni sono saliti di un punto base allo 0,478% anche se l’inflazione Uk ha superato l’obiettivo del 2% della Bank of England.
I precedenti non lasciano adito a dubbi
L’inversione della curva viene considerata un fenomeno che precede, di norma, l’arrivo di una recessione perché indica quando la politica monetaria e le condizioni finanziarie sono ‘troppo strette’ per l’economia in generale. Dai dati raccolti dalla Federal Reserve di San Francisco emerge che le ultime nove volte che la curva dei rendimenti si è invertita, l’economia americana è piombata in una recessione.
Borse a picco, banche le principali vittime. Corrono i Bund ma anche i Btp
L’inversione della curva dei rendimenti in Usa e UK contribuisce oggi a spaventare ulteriormente i mercati, reduci dal tentativo di rimbalzo di ieri a seguito della schiarita sul fronte dazi. Il Dax di Francoforte cede oltre il 2% nel giorno in cui l’economia tedesca ha segnato una contrazione congiunturale. Peggio fa Piazza Affari con Ftse Mib in calo del 2,3% e che a fatica si mantiene sopra i 20 mila punti. Tra i settori più penalizzati spicca quello bancario: oltre -4% per Ubi Banca, Unicredit, Bper e Banco BPM, -2,5% Intesa. A Francoforte Deutsche Bank cede il 4,5%
Prosegue incessante il rally dei bond governativi core; Il tasso del Bund a 10 anni ha toccato un nuovo minimo storico a -0,65% con curva 2-10 anni sempre più piatta (solo 23 pb, minimo dal 2008). Scende anche il rendimento del Btp a 10 anni fino a 1,55%, allontanando il picco a 1,8% a cui era salito venerdì in seguito all’apertura della crisi di governo. Lo spread si mantiene a 222 pb in attesa di vedere come evolverà la crisi politica.
La produzione industriale cinese ha segnato a luglio il tasso di crescita più basso dal 2002, mentre la Germania ha visto il Pil scivolare in negativo con il concreto rischio di recessione tecnica se anche il trimestre in corso andrà sotto zero. Rallenta la crescita dell’intera Ue con Pil dell’area euro a +0,2% t/t.