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Intesa sugli investimenti tra il Governo e Atlantia

5 Ottobre 2007 06:25

Dopo quasi due anni di incomprensioni, il Governo e Autostrade per l’Italia (Aspi), controllata da Atlantia, sembrano avere sotterrato l’ascia di guerra. È stato il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che ha ostacolato in ogni modo la fusione con gli spagnoli di Abertis, ad avere annunciato ier l’accordo tra l’esecutivo e il gruppo autostradale sugli investimenti aggiuntivi che dovrebbero ammontare a circa 7 miliardi fino alla scadenza della concessione, ovvero nel 2038. Un’intesa che potrebbe essere suggellata già oggi con la ratifica da parte dei consigli di amministrazione Atlantia e Aspi.


Il cambiamento di rotta effettivo è avvenuto due giorni fa. Mercoledì sera si sono incontranti il ministro delle Infrastrutture e Gilberto Benetton, presidente della holding. Un incontro durante il quale è stato raggiunto il cosiddetto “gentlemen agreement”, che – come si apprende in una nota – “metterà la parola fine sia al contenzioso civile e amministrativo sia accoglierà le richieste che sono arrivate da Bruxelles”. “Credo che la parola e la stretta di mano tra un presidente di una realtà così importante e un ministro possa essere un atto di sangue”. Così Di Pietro ha risposto, senza molti giri di parole” a coloro che chiedevano se i documenti fossero già firmati, aggiungendo che tutte le formalità saranno concluse solo in un secondo tempo.
 
Un patto che è stato applaudito dal mercato e da tutta la comunità finanziaria, che vedono ora tornare alla ribalta anche il matrimonio con gli iberici di Abertis. Un’ipotesi che prende sempre più consistenza e che proprio ieri a Piazza Affari ha sospinto al rialzo il titolo del gruppo guidato da Giovanni Castellucci che è cresciuto di oltre 4 punti percentuali (chiusura a +4,35% a 24,69 euro), con una massimo intraday vicino al 5%. Nonostante le speranze del mercato, la fusione con gli iberici resta un fronte molto incerto. Resiste, infatti, ancora la ritrosia di Di Pietro e questa idea è rafforzata anche dalle dichiarazioni di fonti vicine ad Autostrade secondo le quali l’intesa verbale di ieri non spiana la strada alla fusione con le autostrade spagnole.