Notizie Dati Bilancio Italia Intesa Sanpaolo: tonfo degli utili nel II trimestre, ben sotto le attese

Intesa Sanpaolo: tonfo degli utili nel II trimestre, ben sotto le attese

2 Agosto 2013 12:45

Delude la trimestrale di Intesa Sanpaolo che ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto in calo del 75% a 116 milioni di euro rispetto ai 306 milioni del primo trimestre e ai 470 milioni del secondo trimestre dell’anno scorso. Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, l’utile netto normalizzato nel trimestre è pari a 268 milioni di euro, rispetto ai 392 milioni del primo trimestre 2013 e ai 287 milioni del secondo trimestre 2012. Gli analisti di Bloomberg si attendevano profitti per 179,8 milioni di euro. Sceso anche l’utile netto nel primo semestre a 422 milioni dagli 1,27 miliardi dello stesso periodo di un anno fa. L’istituto di credito spiega che in un contesto di mercato difficile, i risultati del gruppo riflettono le commissioni in notevole crescita, oneri operativi in forte calo e accantonamenti estremamente prudenziali. La politica particolarmente rigorosa e prudenziale messa in atto dalla banca è stata messa in atto anche in previsione della verifica della qualità degli asset e dello stress test che verranno condotti prossimamente sulle banche europee. Nel secondo trimestre Intesa Sanpaolo, nell’ambito delle operazione Ltro, ha rimborsato alla Bce 12 miliardi di euro, senza impatti sulla liquidità del gruppo.

Nonostante questo, le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Ca’de Sass di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale. Al mercato però non basta con il titolo che reagisce negativamente alla pubblicazione dei conti: l’azione sul Ftse Mib cede il 3,15% a 1,413 euro.

I proventi operativi netti sono stati pari a 4,08 miliardi di euro, in flessione dello 0,8% su base trimestrale e dell’ 1,1% su base annua, gli interessi netti sono ammontati a 2,04 miliardi, in aumento dello 0,9% nel confronto con i primi tre mesi dell’anno e in diminuzione del 16% in confronto ad un anno fa. Le commissioni nette sono pari a 1,57 miliardi di euro (+7,4% trimestrale) e gli oneri operativi hanno raggiunto i 2,01 miliardi di euro (-4% trimestrale). Conseguentemente, il risultato della gestione operativa è stato di 2,07 miliardi di euro (+2,5% trimestrale +9,8% annuo) con un cost/income ratio in miglioramento al 49,3%, dal 50,9% del primo trimestre 2013 e dal 54,3% del secondo trimestre 2012.

Rettifiche su crediti salgono a 1,4 miliardi
Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è stato di a 1,58 miliardi di euro, rispetto ai 1,26 miliardi del precedente trimestre e ai 1,15 miliardi di dodici mesi fa. In particolare, le rettifiche nette su crediti sono state pari a 1,4 miliardi, rispetto ai 1,16 miliardi del primo trimestre di quest’anno e ai 1,08 miliardi dell’anno scorso. Invece le rettifiche nette su altre attività sono pari a 147 milioni (comprendenti 58 milioni di impairment della partecipazione in Assicurazioni Generali), rispetto ai 68 milioni del primo trimestre e ai 39 milioni del secondo trimestre 2012.

Il complesso dei crediti deteriorati è ammontato – al netto delle rettifiche di valore – a 29,66 miliardi di euro, in aumento del 4,2% rispetto ai 28,47 miliardi di fine 2012. In quest’ambito, i crediti in sofferenza crescono a 12,05 miliardi di euro rispetto agli 11,20 miliardi del 31 dicembre 2012, con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 3,4% (3% al 31 dicembre 2012) e un grado di copertura del 61,1% (60,5% a fine 2012).

Si rafforza il patrimonio: core Tier 1 all’11,7%
I coefficienti patrimoniali al 30 giugno risultano pari all’11,7% per il Core Tier 1 ratio, in miglioramento dall’11,2% di fine 2012, al 12,6% per il Tier 1 ratio (12,1% a fine 2012) e al 14,1% per il coefficiente patrimoniale totale (13,6% a fine 2012). Il common equity ratio pro-forma secondo Basilea 3 a regime è salito all’11% dal 10,6% di fine 2012. Il coefficiente Eba pro forma è stato del 10,8% (al 10,2% secondo il nuovo regime), rispetto al requisito minimo del 9%.