Il risiko impazza e Intesa non si scompone: domani test conti 2024, che dirà Messina?

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Questa settimana a Piazza Affari parte la tornata di trimestrali bancarie. Intesa Sanpaolo sarà la prima banca a svelare i numeri dell’intero 2024 domani 4 febbraio. Per i conti della seconda forza bancaria italiana, Unicredit, bisognerà invece attendere martedì 11, stesso giorno in cui diffonderà i conti Banco Bpm, insieme all’atteso aggiornamento dei target del piano. Sullo sfondo le tante partite per il controllo dei maggiori gruppi finanziari del paese.
Il risiko impazza, Messina resterà a guardare?
Intesa, che ha inaugurato il nuovo anno fregiandosi del primato di maggiore banca dell’area euro per valore di mercato davanti a Bnp e Santander, diffonderà i numeri relativi al quarto trimestre e all’intero 2024 arriveranno come detto il 4 febbraio, come di consueto verso le ore 13 e seguiti dalla conference call del ceo Carlo Messina. Sarà di certo un’occasione ghiotta per chiedere al banchiere lumi sugli ultimi sviluppi nel risiko del credito, con l’Ops di Mps su Mediobanca e la partita Generali sempre più al centro dopo la mossa di Unicredit (che ha acquistato il 4,1% del capitale).
L’ultima mossa di Orcel su Generali potrebbe far ricredere Messina, che si era chiamato fuori da ogni gioco di M&A per i prossimi due anni. Va detto che il banchiere deve incassare tra pochi mesi ad aprile la riconferma alla guida di Intesa, che appare molto probabile, ma andrà capito se attenderà tale scadenza prima di muoversi o romperà gli indugi prima.
Intesa Sanpaolo al test conti 2024, verso utili record
Tutto lascia intendere che il 2024 di Intesa si sia chiuso per Intesa con profitti record considerando che nei primi 9 mesi dell’anno aveva già raggiunto i 7,2 miliardi di euro di utile netto, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente.
Intesa potrebbe superare il consensus sul fronte net interest income (NII). Stando a quanto calcolato da Bloomberg potrebbe avvicinarsi a 3,8 mld nel 4° trimestre grazie a un contributo più forte delle coperture, che potrebbero far salire le stime per il 2025 a oltre 15 miliardi di euro. Ciò porterebbe anche a ricavi stabili quest’anno rispetto alle previsioni di un calo dell’1%.
Banca Akros si aspetta che Intesa sforni un utile netto in crescita dell’11% a 8,55 miliardi, sostanzialmente in linea con la guidance di Intesa che è di 8,5 mld. Considerando la policy sui dividendi (payout al 70%), l’ammontare della cedola dovrebbe essere di 0,33 euro per azione (0,17 euro già staccati a novembre con acconto) per un tale di 5,9 mld stanziati per remunerare i soci.
I ricavi 2024 sono visti in crescita del 6,5% a 26,8 miliardi guidati dalla crescita del 6,4% margine di interesse a 15,6 miliardi, nonché commissioni nette stimate in aumento dell’8,3% a 9,3 miliardi di euro grazie a flussi netti AM positivi e alla performance dei mercati finanziari. Le entrate assicurative sono previste in aumento del 3% a 1,7 miliardi di euro, mentre quelle da negoziazione a soli 245 milioni data la prudente gestione del portafoglio titoli. I costi operativi sono previsti in aumento dell’1% a 11,5 miliardi, l’utile operativo lordo a 15,3 miliardi (+11%) con rapporto C/I del 42,8% rispetto al 45,1% dell’anno precedente.
Attesa anche una solida situazione patrimoniale con un CET1 ratio stabile su base trimestrale al 13,9%.
Per il 2025 resisterà il target di utili a 9 miliardi?
Proiettando lo sguardo a quello che potrà essere il 2025, indubbiamente l’ambiente si presenterà meno favorevole per le banche con tassi Bce attesi in ulteriore discesa. Quest’anno l’effetto tassi sui margini d’interesse è destinato a farsi sentire maggiormente. La Bce da giugno a dicembre ha già tagliato quattro volte il costo del denaro portandolo dal picco del 4% al 3% attuale e ad oggi in mercato si attende un’altra sforbiciata di 25 punti base a fine mese a cui dovrebbero fare seguito altre mosse nella stessa direzione nel corso dell’anno con tassi attesi scendere in area 2%.
Minori tassi che rischiano di pesare, come detto, sul margine d’interesse. Per quest’anno la banca guidata da Carlo Messina ha alzato l’asticella a 9 miliardi per quanto concerne l’utile netto. Il vero test per Intesa sarà la sua capacità di convertire i depositi in asset in gestione in modo da compensare un NII più debole. “Per il 2025-26, prevediamo che il gruppo confermi la guidance per un utile netto di circa 9 miliardi di euro all’anno, sulla base di una strategia di crescita completamente organica, senza appetito per M&A”, spiega Akros.
Bloomberg ritiene che Intesa ribadirà domani la sua previsione di utile netto per il 2025 di 9 miliardi di euro, con il costo del rischio come delta chiave da monitorare. “Il rapporto prezzo/valore contabile di 1,2 volte della banca, il 20% in più della media dei pari europei, suggerisce che gli investitori potrebbero essere difficili da accontentare”, aggiungono gli esperti di Bloomberg Intelligence.
Tra analisti netta prevalenza dei buy
Su Intesa a prevalere sono i giudizi positivi positivi con 20 “buy”, 4 “neutral” e due “sell”. Il prezzo obiettivo medio ammonta a 4,59 euro, ossia un potenziale upside di quasi il 10% rispetto ai prezzi attuali. Tra gli analisti i più positivi sono quelli di JP Morgan con obiettivo tondo a 5 euro.
Il titolo Intesa da inizio anno segna un progresso di oltre il 7% e si è portato nelle ultime settimane sui nuovi massimi dal 2008. Negli ultimi 12 mesi Intesa Sanpaolo è balzata in avanti del 48% e presenta una capitalizzazione di 74 miliardi che la pone come maggiore banca dell’UE per market cap.