Intesa Sanpaolo: ok cessione 198 sportelli, esposta per 33 mln a prodotti legati ai subprime
E’ più che raddoppiato l’utile del gruppo Intesa Sanpaolo messo a segno nel primo semestre dell’anno in corso e approvato questa mattina dal consiglio di gestione. In particolare, considerando anche le plusvalenze da cessione di Cariparma e FriulAdria, esso è salito a 5,36 miliardi di euro, rispetto ai 2,62 miliardi del primo semestre del 2006. Il risultato sarebbe in crescita anche senza tenere conto delle plusvalenze: se si escludono le principali componenti non ricorrenti dal risultato semestrale sia del 2007 sia del 2006, l’utile netto normalizzato sale del 6,6% e passa da 2,47 a 2,63 miliardi di euro.
Inoltre, come si apprende da una nota stampa diramato dal gruppo guidato da Corrado Passera, il conto economico consolidato del primo semestre 2007 ha messo in evidenza proventi operativi netti pari a 9,38 miliardi, in crescita del 5,7% rispetto al primo semestre 2006; la crescita è del 7,3% se si considera il risultato dell’attività di negoziazione normalizzato escludendo dal dato 2007 l’apporto negativo di 29 milioni dovuto alla cessione di un terzo della quota detenuta in Santander e dal dato 2006 l’apporto positivo di 100 milioni connesso alle posizioni in Fiat e Parmalat. Nel primo semestre dell’anno gli interessi netti sono aumentati dell’11,8%, a 4,9 miliardi. In flessione invece, rispetto ai primi sei mesi del 2006, le commissioni nette, pari a 3,22 miliardi di euro. Il risultato dell’attività di negoziazione è ammontato a 770 milioni (799 milioni il dato normalizzato) rispetto agli 818 milioni del primo semestre dell’anno scorso (718 milioni il dato normalizzato). Il risultato della gestione assicurativa, relativo ai rami vita e danni in cui opera la sub-holding Eurizon, è salito a 263 milioni, contro i 194 milioni del primo semestre 2006, mentre gli oneri operativi sono calati del 5,2%, a 4,44 miliardi. Il risultato della gestione operativa si è attestato quindi a 4,94 miliardi di euro, in crescita del 18%, con un miglioramento del cost/income ratio dal 52,8% al 47,3%, mentre il risultato corrente al lordo delle imposte è stato di 4,12 miliardi, in ascesa del 15,4% e del 12,2% normalizzando il 2007 per Santander e Tfr e il 2006 per Fiat e Parmalat.
Per quanto concerne invece il secondo trimestre del 2007, Intesa Sanpaolo ha totalizzato un utile netto consolidato di 1,36 miliardi di euro, rispetto agli 1,35 miliardi del secondo trimestre del 2006 e ai 4 miliardi del primo trimestre del 2007. L’utile netto consolidato normalizzato è invece ammontato a 1,32 miliardi, contro gli 1,29 del secondo trimestre dell’anno scorso (+2%) e gli 1,31 miliardi del primo trimestre di quest’anno.
A livello di stato patrimoniale consolidato, al 30 giugno 2007 i crediti verso la clientela hanno raggiunto i 333 miliardi di euro, in crescita del 2,4% rispetto al 31 dicembre 2006 e del 9,1% rispetto al 30 giugno 2006. Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati/ristrutturati e scaduti/sconfinanti da oltre 180 giorni) al netto delle rettifiche di valore si è posizionato a 7,57 miliardi, in flessione dell’1,9% sui 7,71 del 31 dicembre 2006. Le attività finanziarie della clientela sono risultate pari a 995 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 31 dicembre e dell’8,2% rispetto al 30 giugno del 2006. L’ammontare di risparmio gestito – in cui non rientrano i fondi comuni dell’ex Gruppo Intesa, inclusi nel risparmio amministrato dopo la cessione a Crédit Agricole di Nextra, società che è previsto riconfluisca nel Gruppo Intesa Sanpaolo entro l’anno – ha toccato quota 218 miliardi, in flessione dell’1,2% rispetto alla fine dell’anno scorso e in crescita dell’1,2% rispetto al 30 giugno del 2006.
Ma il consiglio di gestione non ha preso in esame soltanto i conti semestrali. L’organo societario ha altresì dato il via libera alla fusione per incorporazione di Eurizon Financial Group all’interno del proprio gruppo, confermando così la decisione annunciata al mercato lo scorso 19 giugno di non procedere alla quotazione di Eurizon nella sua attuale configurazione, ma di rafforzare le principali attività che oggi sono comprese nel polo del risparmio gestito.
Infine, confermando le attese del mercato e rispettando il volere dell’Antitrust, il consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo ha dato il proprio benestare alla cessione di 198 sportelli del gruppo al consorzio composto da Banca Carige, Banca Popolare di Bari, Credito Valtellinese e Veneto Banca per un corrispettivo complessivo in contanti di 1,9 miliardi di euro, con una plusvalenza di pari entità a conto economico consolidato. Tale importo, avverte una nota dell’istituto finanziario guidato da Passera, “è soggetto a un possibile aggiustamento di prezzo in relazione all’effettivo ammontare della raccolta diretta e indiretta da clientela di tali sportelli alla data di cessione”.
Viste poi le turbolenze di mercato del periodo innescate dal terremoto dei cosiddetti mutui subprime e in ottemperanza alle richieste della Consob, Intesa Sanpaolo rende noto che al 31 agosto il gruppo non deteneva in portafoglio mutui classificabili come subprime, in quanto “non è policy effettuare erogazioni riconducibili a questa fattispecie”. Tuttavia, alla stessa data la società lombardo-piemontese deteneva in portafoglio prodotti finanziari aventi come attività sottostante mutui subprime statunitensi o a essi facenti riferimento, gestiti dinamicamente con coperture tramite derivati, per un’esposizione netta complessiva pari a 33 milioni di euro in valore nominale, “senza riflessi di rilievo sul conto economico consolidato dei primi otto mesi dell’esercizio”.
Secondo gli analisti di Credit Suisse First Boston i risultati semestrali resi noti dall’istituto bancario sono in linea con le attese. La banca d’affari coglie l’occasione per confermare la propria raccomandazione “outperform” sull’azione, con un target price pari a 6,80 euro. “Intesa Sanpaolo tratta in Borsa – affermano gli esperti di Credit Suisse First Boston – a un multiplo di 8,9 volte il price/earnings atteso per il 2009, con un premio pari all’11% sul settore che è interamente giustificato dal profilo difensivo del titolo e dall’elevato dividend yield del 7,5%”. Intanto a Piazza Affari le azioni a marchio Intesa Sanpaolo, nella seconda giornata di contrattazioni dell’ottava, hanno arrestato le contrattazioni a quota 5,285 euro, con un rialzo dell’1,95%, facendo un po’ meglio del mercato di riferimento (l’indice S&P/Mib ha archiviato le negoziazioni con un +1,16% a 38.854 punti).
(News aggiornata alle ore 17.40)