L’intervento dell’analista

Gufi e cassandre, ottimisti e previsoni, che vinca il migliore
L’euforia oltre a essere contagiosa può essere anche pericolosa, portando a perdere di vista limiti importanti che, se presi in considerazione, eviterebbero pericolose cadute. E così ben vengano i gufi per smorzare il troppo entusiasmo e finché rimangono gufi. Perché se dovessero trasformarsi in Cassandre allora significherebbe che le loro profezie sono destinate ad avverarsi, tra lo scetticismo e l’incredulità di chi pensa di essere su una giostra di cavallini e all’improvviso si risveglia sulle montagne russe.
Ora, non si vuole qui obbligare nessuno a scendere dalla giostra o montagna russa che sia, ma sottolineare alcune osservazioni forse dismesse con troppa facilità. Per esempio, nel corso dell’International Monetary Conference tenutasi ieri, il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha toccato l’argomento crescita dei mercati finanziari. Le piazze finanziarie sono riuscite a superare forse fin troppo agilmente discese repentine come quella registratasi a cavallo tra febbraio e marzo o nella primavera dell’anno passato il che, secondo Trichet “non rappresenta una garanzia per il futuro”.
Insomma, una cosa si tiene con l’altra, ma se un anello della catena incontrasse un intoppo allora la reazione dei mercati sarebbe repentina, come lo è stata a fine febbraio o a maggio 2006.
Un’altra Cassandra anzi, per il momento solamente gufo? Alan Greenspan, ex governatore della Federal Reserve che dal suo dorato buen retiro dispensa avvertimenti profumatamente pagati sui prossimi rischi di recessione statunitensi. L’ultimo allarme lanciato dalla “Sfinge” ha riguardato il mercato azionario cinese che potrebbe andare incontro a una potente correzione. Non ha usato
mezze parole Greenspan che ha definito l’attuale trend borsistico asiatico “chiaramente insostenibile”. Il bello, o il brutto, è che non è lui l’unico a esserne cosciente. Tanto che le stesse autorità cinesi hanno alzato l’imposta di bollo sulle transazioni azionarie dallo 0,1% allo 0,3% con l’intento di raffreddare un mercato a forte sospetto di bolla. Sia nel primo caso che nel secondo la reazione delle piazze finanziarie asiatiche è stata nettamente negativa e il malumore si è esteso anche agli altri listini mondiali salvo essere presto dimenticato. Però, anche a non voler essere gufi, come non riflettere sul fatto che ora uno starnuto a Shanghai può trasformarsi in una tempesta altrove?
Insomma, saranno anche gufi ma come tutti i gufi hanno la barba lunga che denota saggezza. Quella che bisognerebbe utilizzare nel momento in cui si investono i propri quattrini in Borsa. Un po’ di prudenza non guasta mai e perciò, una mano davanti, per tenersi forte se la giostra si dovesse trasformare in una montagna russa e una dietro per … evitare che il proprio portafoglio voli via.