Intermonte su banche italiane: liquidità ok, capitale non ancora. Downgrade Bpm e Banco
Il salvagente alle banche europee è stato lanciato ieri dalla Banca Centrale Europea, ma già mercoledì si era capito che qualcosa stava bollendo in pentola con Angela Merkel pronta come non mai a ricapitalizzare, in caso di necessità, gli istituti tedeschi. Dopo la Cancelliera è stata la volta dell’Eurotower che ha dichiarato che sosterrà il sistema bancario del Vecchio Continente rilanciando i prestiti a 12 mesi. “In questo modo verrà fornita alle banche liquidità illimitata fino al 2013 a condizione che le banche siano adeguatamente capitalizzate”, spiega Equita sottolineando che la Bce, a partire dal prossimo mese, acquisterà inoltre 40 miliardi di asset bancari per garantire liquidità.
Liquidità e capitale sono i temi chiave del report odierno di Intermonte focalizzato sul settore bancario italiano. “Le banche italiane sono ben posizionate in termini di liquidità – spiegano gli analisti – perché hanno già rifinanziato quasi per intero le scadenze 2011 e un significativo ammontare del funding deriva dalla componente retail (80% in media del funding totale)”. Un altro fattore positivo sul versante liquidità è rappresentato dallo scarso ricorso allo sportello Bce e “gli istituti italiani hanno sufficiente collaterale per affrontare una prolungata chiusura del mercato interbancario”.
Più complicata la situazione sul capitale. La recente tornata di aumenti di capitale mostra le banche italiane come “adeguatamente capitalizzate, con la sola eccezione rappresentata da Unicredit, mentre le banche che si piazzano appena sopra il livello minimo richiesto sono Bpm, Banco Popolare e Banca Popolare dell’Emilia Romagna”. A livello di rating, Intermonte ha infatti declassato l’istituto di piazza Meda a underperform da neutral “per il minor appetito nell’attuale fase per i suoi asset potenzialmente in vendita” e il gruppo scaligero guidato da Pier Francesco Saviotti a neutral da speculative buy. Target alzato a 3,1 euro da 2,7 euro su Ubi Banca “alla luce della maggiore solidità patrimoniale”.
I problemi sui livelli patrimoniali potrebbero sorgere in caso di un extra buffer richiesto alle banche europee per far fronte alla sempre più grave crisi debitoria della zona euro. In questa situazione, gli istituti che secondo Intermonte potrebbero soffrire di più in termini di deficit di capitale sono Unicredit e Bpm, in secondo luogo Banco Popolare e Bper. Infine, concludono gli analisti, “considerando un haircut del 10% sui bond governativi italiani e del 50% su quelli greci Unicredit, Banco Popolare e Bpm potrebbero mostrare grandi deficit rispettivamente di 7 miliardi di euro, 800 milioni e 700 milioni”.