Notizie Obbligazioni Interessi sui BTP costano più dell’Istruzione, il caro spread zavorra dello 0,7% del PIL in 3 anni

Interessi sui BTP costano più dell’Istruzione, il caro spread zavorra dello 0,7% del PIL in 3 anni

16 Aprile 2019 16:54

Nonostante la discesa degli ultimi mesi, lo spread Btp-Bund sui mantiene a livelli ben superiori a quelli a cui viaggiava un anno fa. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund, che oggi risulta in allargamento in area 255 pb, un anno fa risultava di soli 125 pb, meno della metà.

Il DEF indica come in generale il costo annuale del debito, che a marzo ha toccato nuovi livelli record, sarà pari al 3,6% del PIL nel 2020, superando la spesa per l’istruzione che si ferma al 3,5%. E come sottolinea Il Sole 24 Ore, tra quindici anni c’è il rischio che si arrivi a un rapporto addirittura di 2 a 1 tra spesa per interessi sul debito e spesa per l’istruzione. 

Sempre sul DEF si sottolinea come l’elevato livello dello spread sui titoli di Stato inciderà negativamente e in misura crescente sulla dinamica del prodotto negli anni successivi al 2019.

Quanto lo spread impatta sul PIL

I maggiori rendimenti dei Btp pesano molto sull’Italia e con il passare del tempo il conto da pagare rischia di diventare sempre più salato. A rimarcarlo è oggi Bankitalia nel corso di un’audizione al Senato sul DEF.

Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, ha ricordato come dalle simulazioni pubblicate nel Bollettino Economico della Banca d’Italia di gennaio un aumento permanente dei rendimenti dei titoli di Stato italiani a lungo termine di 100 punti base determinerebbe, con la trasmissione alle condizioni finanziarie, una riduzione rispetto alla baseline del livello del Prodotto pari a 0,1 punti percentuali dopo un anno e a 0,7 dopo tre. L’effetto sarebbe più ampio se ai più elevati tassi di interesse si associassero un calo della fiducia e un aumento dell’incertezza delle imprese.

Rischio maggiori oneri per 6 mld nel 2021

Il costo medio all’emissione dei titoli pubblici è passato da valori attorno allo 0,5 per cento nel primo trimestre dell’anno all’1,5 nell’ultimo trimestre. Rispetto alla scorsa primavera, qualora i tassi di interesse restassero sui valori attesi dai mercati, gli oneri della spesa per interessi sarebbero più elevati per circa 1,5 miliardi quest’anno, 3,5 mld il prossimo e quasi 6 miliardi nel 2021.

 

L’economista di Bankitalia indica che per restringere lo spread tra titoli italiani e tedeschi risulta essenziale un messaggio credibile di riduzione del debito pubblico. “Il tasso d’interesse è maggiore del tasso di crescita, questo è un problema peculiare dell’Italia ed è la ragione per cui in tutte le discussioni internazionali, quando si dice che di fronte al rallentamento dell’economia mondiale bisogna utilizzare lo spazio fiscale disponibile, si aggiunge sempre naturalmente a parte l’Italia che questo spazio non ce l’ha”, ha asserito Gaiotti che cita il Portogallo come esempio simile all’Italia come livelli del debito e che nel recente passato aveva anche spread più elevati, adesso vanta un differenziale minore di quello italiano in scia al percorso di riduzione di deficit e debito.