L’interesse di Mediaset galvanizza TI Media. Su operazione incombono ostacoli antitrust
L’interesse di Mediaset è sia per l’acquisto dell’emittente televisiva La7 e del 51% di Mtv sia, attraverso la controllata Ei Tower, dell’infrastruttura per le frequenze. Ancora si tratta di una fase preliminare di studio, con i potenziali interessati che non sono tenuti ad avanzare un’offerta economica. Le eventuali offerte non vincolanti andranno presentate entro il 24 settembre. Tra i soggetti interessati alla rete televisiva ci sono, tra gli altri, il gruppo Cairo e Discovery Channel. Il fondo di private equity Clessidra è invece interessato a tutta la società Telecom Italia Media. Per i le frequenze in lizza ci sono invece, oltre a Ei Towers che fa capo a Mediaset, gli spagnoli di Abertis, e altri fondi infrastrutturali o focalizzati sui media.
Limiti antitrust rendono operazione molto complicata
L’operazione La7 e anche quella sulle frequenze appare alquanto difficile per Mediaset soprattutto per i limiti antitrust esistenti. Infatti la legge Gasparri pone un tetto del 20% per la raccolta pubblicitaria allargata conteggiata dal cosiddetto Sic (sistema integrato delle telecomunicazioni), mentre per i multiplex la UE e l’Agcom hanno indicato un limite di 5 multiplex. Secondo Repubblica il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi cercherebbe di ottenere l’ok dell`antitrust utilizzando i multiplex per la pay TV, mentre per i canali TV dovrebbe pronunciarsi l`antitrust (Italiana ed Europea) sulla concentrazione del settore.
“Riteniamo l`interesse essere una mossa difensiva da parte di Mediaset – commentano oggi gli analisti di Equita – che la porterebbe a concentrarsi ancora di più sull’Italia acquisendo un operatore in perdita (ebit 2012 atteso a -64 mln di euro)) in una fase di contrazione del mercato e nel pieno di un importante piano di taglio costi”. Equita intanto oggi ha alzato il prezzo obiettivo su Mediaset del 5% a 1,.3 euro su performance Mediaset Espana (rating reduce confermato). “L’accordo sarebbe suggestivo – commenta invece Banca Akros – ma a nostro avviso improbabile.